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Aia, Nicchi: “Razzismo da debellare seguendo le regole. Giocatori seduti in mezzo al campo? Non si può…”

Nicchi

Marcello Nicchi, presidente dell’AIA, ha parlato ai microfoni di  Radio 1, durante la trasmissione Radio Anch’Io Sport. Serie A, Var e razzismo tra i temi più importanti affrontati dal numero uno dei direttori di gara.

DOPO LA SOSTA – “Siamo ripartiti, finalmente. Il calcio mancava a tutti. Gli arbitri hanno ricominciato al meglio, al netto di qualche sbavatura che ci può stare. Una cosa è la Var e una cosa è il razzismo. Dobbiamo debellare in ogni modo questa piaga. E l’altra è la violenza dentro e fuori dagli stadi. Ognuno deve fare un salto culturale. Occorre fare delle cose: alcune subito e altre col tempo”.  “La riunione tra capitani e arbitri a cosa serve se poi non mettiamo in atto quello che diciamo? Il capitano è l’unico che può parlare, e perché ancora si vedono quattro o cinque giocatori che circondano l’arbitro. Occorrerà che il direttore di gara ammonisca, in questi casi, il capitano anche se si trova a quaranta metri. Per dare l’esempio”.

RAZZISMO – “Giocatori seduti sul campo in caso di casi razzisti? Non si può fare. Ci sono dei regolamenti. Se questi non vanno bene bisogna cambiarli. L’unico che può sospendere la partita è l’addetto alla forza pubblica. L’arbitro ha il manuale da seguire. Se l’allenatore o i calciatori decidono di sospendere la partita, non è corretto. Non si può fare e se ritirano la squadra perdono automaticamente”.

VAR – “Si può migliorare, ma indietro non si torna. Dopo il girone d’andata il mio voto per il Var è una sufficienza. Non posso dare un voto molto più alto perché sicuramente dobbiamo migliorare. Però, non deve diventare un alibi per altre situazioni che da regolamento non possono essere valutate dal Var. Bisogna lasciar lavorare gli arbitri”.

CONFRONTO – “Serve cambiare mentalità. Non possiamo pensare di parlare tranquillamente se ogni settimana allenatori o dirigenti si lamentano dell’operato degli arbitri. Spesso, la colpa di una sconfitta viene data all’arbitro. Alcuni allenatori dicono che la partita è finita 2-2 quando magari è terminata 2-1. Se non cambia questo, è inutile avere un confronto pubblico”.

SUPERCOPPA – “Arbitraggio di Banti? Lo giudica Rizzoli, non io. Arbitraggio normale. Mezzo episodio, mezzo errore”.

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