Brienza: “A Palermo si è ricreato tanto entusiasmo. Serie D? L’ho fatta una volta e mi è bastato”

La Serie D? L’ho fatta una volta e mi è bastato. È proprio un altro calcio da quello che, per fortuna, ho giocato a lungo e spesso i campi sono irregolari, per usare un eufemismo

Parla così Franco “Ciccio” Brienza. Il quarantenne, ormai ex trequartista, ha da poco chiuso con il calcio giocato diventando uomo immagine ed osservatore nel Bari di Aurelio De Laurentiis, ma non ha di certo dimenticato gli anni trascorsi con la maglia del Palermo, indossata in ben quattro momenti differenti della sua carriera con 185 presenze complessive e 18 reti siglate dal 2000 al 2013.

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l’ex rosanero ha rilasciato le seguenti dichiarazioni relativamente alla ripartenza della nuova società siciliana dal campionato di Serie D, torneo in cui, fino a pochi mesi fa, ha militato anche lui con la casacca dei Galletti, portando a casa la vittoria finale e contribuendo al ritorno della formazione pugliese fra i professionisti.

Che idea si è fatta del Palermo di oggi?
“Forse non ha l’organico del Bari della passata stagione, ma ho visto che si è ricreato tanto entusiasmo intorno alla squadra, primo e indispensabile requisito per risalire“.

E il secondo requisito?
“Partire bene. E il Palermo ha già messo in cassaforte un paio di vittorie. A Roccella può concedere il tris e, magari, prendere il volo“.

C’è un altro Brienza in rosanero, Santana. È d’accordo?
“Mario mi riporta inevitabilmente indietro nel tempo. Abbiamo giocato insieme nel Palermo. È più giovane di me, avrà modo di divertirsi ancora un po’. Intanto aiuterà il Palermo a tirarsi su“.

Conosce bene anche il baby Langella, suo compagno nel Bari lo scorso anno. Che ne pensa?
“Un ragazzo intelligente, di prospettiva. Può fare tranquillamente la C, sarà utilissimo al Palermo come lo è stato al Bari. Sotto l’aspetto tattico, credo che renda di più in un centrocampo a tre“.

Il bomber Ricciardo è l’uomo giusto per scardinare le difese avversarie?
“Non lo conosco, parlano per lui la stazza imponente e i 20 gol di Cesena. Per vincere un campionato, serve come il pane chi la mette dentro“.