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Camera, Relazione intermedia del XX comitato per repressione attività predatorie della criminalità durante emergenza sanitaria: “Lockdown ha posto in serie difficoltà economiche comparto del gioco legale”

“Il lockdown ha posto in serie difficoltà economiche il comparto del “gioco legale” regolato dalle concessioni di Stato. La prolungata chiusura e l’inasprimento fiscale progressivo degli ultimi anni stanno mettendo a dura prova la rete legale. La domanda di gioco, al contempo, resta stabile e rischia di spostarsi sul terreno delle gestioni illegali guidate dalla criminalità organizzata”. E’ quanto si legge Relazione intermedia del XX comitato della commissione Antimafia per la prevenzione e la repressione delle attività predatorie della criminalità organizzata durante l’emergenza sanitaria coordinato dal deputato del Pd Paolo Lattanzio pubblicata alla Camera e approvata con voto unanime. “Con riguardo al crimine informatico, si evidenzia come la rete sia stata impiegata dal crimine organizzato quale luogo privilegiato per la commercializzazione illegale di beni divenuti di prima necessità, ma anche quale sede per il recupero del settore del gioco, compromesso dalla chiusura dei centri ove lo stesso veniva esercitato e dalla interruzione degli eventi sportivi (con perdita degli introiti legati alle scommesse clandestine), ed infine quale piattaforma ideale ove promuovere proteste nei confronti dell’azione governativa relativa alla gestione dell’emergenza, sia sanitaria che economica, strumentalizzando il disagio sociale, in considerazione del solo parziale ristoro economico fornito dallo Stato. Le organizzazioni criminali hanno, infatti, in primo luogo approfittato delle gravi difficoltà economiche e sociali conseguite alla rapida diffusione del virus, avvenuta con modalità repentine ed impreviste e comunque tali da cogliere del tutto impreparate strutture pubbliche, sanitarie, politiche ed amministrative, per insinuarsi nel malessere di privati ed imprenditori in difficoltà, attoniti di fronte alle incertezze per il futuro ed all’assenza di concreti aiuti e prospettive di miglioramento”, aggiunge. “Nel corso del 2020 le segnalazioni antiriciclaggio sono aumentate dell’11,1% e a causa della pandemia il numero di segnalazioni di operazioni sospette (SOS) ricevute dall’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (UIF) è cresciuto del 7% rispetto al 2019 e ciò è avvenuto in modo particolare nel corso del secondo semestre dello scorso anno. Inoltre, è significativo il fatto che il numero di SOS che dipende dagli effetti della crisi pandemica sia pari a 2.257. Tra queste, una quota rilevante è rappresentata dalle SOS che hanno ad oggetto sospetti di abuso di finanziamenti pubblici e usura; non a caso tali SOS provengono dal comparto bancario e postale23. L’indagine condotta dal Cerved ha riguardato, in modo particolare, i cambiamenti nella compagine societaria e ciò perché: «tra i segnali più frequentemente utilizzati per segnalare il rischio di infiltrazioni criminali vi è la verifica del titolare effettivo. Analizzando in profondità i dati sui soci e sugli esponenti di oltre 700 mila società di capitale italiane, Cerved ha identificato circa 10 mila imprese che hanno cambiato il titolare effettivo (l’1,3% del totale) nel periodo che va dallo scoppio della pandemia (marzo 2020) a ottobre 2020». Il fenomeno ha inciso maggiormente in Campania, in Lazio e in Sicilia, mentre i settori più interessati sono l’autonoleggio, la distribuzione carburanti e i giochi e le scommesse”, continua. “Durante il 2020, primo anno della pandemia, l’Unità di informazione finanziaria (UIF) ha ricevuto dal sistema bancario e dagli altri soggetti obbligati 113.187 segnalazioni di operazioni sospette (+ 7% rispetto al 2019) 70. Significativo è stato il numero di segnalazioni direttamente riconducibili, secondo i criteri di selezione ed analisi della UIF, al fenomeno Covid-19. Si tratta di 2.257 segnalazioni di operazioni sospette (circa il 2% del totale) di cui la gran parte (1.502) ricevute nella seconda metà dell’anno con un forte aumento (da 667 milioni di euro a 5,2 miliardi di euro) degli importi delle operazioni riferibili principalmente a tentativi di truffe nell’ambito dell’emergenza sanitaria. Oltre a tali segnalazioni, riconducibili direttamente agli effetti della pandemia, si registra un incremento delle segnalazioni concernenti sospetti di abuso di finanziamenti pubblici, abusivismo finanziario, usura nonché relativi all’utilizzo di polizze di pegno. Poco più del 20 per cento delle segnalazioni Covid-19 sono relative a operatività in contanti ritenuta anomala. Le segnalazioni per Covid-19, proporzionalmente più frequenti nel Lazio rispetto alle altre regioni, provengono nella quasi totalità dal mondo bancario e postale (2.128 segnalazioni), mentre agli intermediari finanziari, agli operatori non finanziari e ai professionisti sono complessivamente riconducibili 117 segnalazioni. La collaborazione in materia di emergenza pandemica fornita dagli uffici pubblici (12 comunicazioni), seppur molto ridotta in termini assoluti, risulta superiore a quella prestata per altri fenomeni criminali. Si tratta di operatività consistenti dal punto di vista economico e che offrono significativi spunti utili all’analisi finanziaria. Con riguardo al comparto dei giochi, si è registrata una complessiva contrazione delle segnalazioni ( -11 percento rispetto al 2019) attribuibile alle misure restrittive imposte per la gestione dell’emergenza. Il calo, come prevedibile, ha interessato gli operatori tradizionali dei comparti slot machine, videolottery e sale bingo, a fronte di un aumento di segnalazioni riferite al gioco online ( +67 percento). Le difficoltà degli operatori abilitati hanno ampliato le opportunità di esercizio illegale o abusivo delle attività. In un quadro di valutazione complessiva delle segnalazioni ricevute nel primo anno della pandemia, l’UIF rileva un dato piuttosto preoccupante. L’organismo antiriciclaggio della Banca d’Italia, infatti, rileva un forte inserimento della criminalità organizzata nelle operazioni sospette connesse con la fase pandemica: in ben 341 segnalazioni Covid-19 sono risultati coinvolti soggetti risultati presenti anche nei data-base della Direzione nazionale antimafia come potenzialmente collegati ad associazioni mafiose71. Il processo di penetrazione sembra essere realizzato in due distinti momenti. Nella fase iniziale dell’epidemia è emerso l’interesse anche di soggetti presumibilmente legati ad ambienti della criminalità organizzata a entrare nel comparto della produzione o della commercializzazione di prodotti sanitari, medicali e di dispositivi di protezione individuali”, prosegue. “Nel periodo della pandemia l’offerta legalizzata di gioco d’azzardo è stata interessata da fenomeni che devono essere attentamente analizzati per le potenziali correlazioni con le attività delle consorterie mafiose, che da tempo, oltre alla gestione di servizi clandestini, si sono adoperate per acquisire direttamente -o indirettamente tramite prestanome – il controllo di punti di raccolta regolari; i principali motivi di questo interesse risiedono nell’opportunità di riciclaggio di denaro e negli ingenti ricavi che tali l’attività consentono, soprattutto con l’adozione di sistemi di manipolazione delle modalità di gioco e di elusione fiscale. Ascoltato dalla Commissione Antimafia, il Comandante generale della Guardia di Finanza, ha riferito che “Il settore dei giochi e delle scommesse è un settore particolarmente esposto alle mire della criminalità organizzata” anche grazie alla “tendenza ad assumere la gestione dei circuiti legali, ovvero a fornire al pubblico tramite esercizi commerciali compiacenti o asserviti la possibilità di avvalersi dell’offerta clandestina su piattaforme online”. Indagini recentemente acquisite hanno infatti rivelato l’esistenza di estese organizzazioni che fin dal 2014 infiltravano le reti dell’offerta legale, attraverso connivenze o intimidazioni agli operatori autorizzati. In questo scenario, va considerato che durante la pandemia, per lunghi periodi buona parte dell’offerta pubblica basata su rete fisica, analogamente ad altri settori commerciali (ristoranti, cinema, impianti sportivi e altri), è stata chiusa o limitata, al fine di contenere la circolazione del virus Sars-Cov-2. Tali disposizioni hanno dato luogo ad un parziale spostamento dei consumi verso altri canali non soggetti alle restrizioni, in particolare verso l’offerta “a distanza” e l’online vero e proprio, entrambi con accesso dalla rete Internet. Nei periodi successivi all’introduzione delle chiusure si osserva in effetti un aumento della raccolta legale in questi settori che deve essere attentamente ponderato, anche alla luce del fatto che il volume di gioco online si mostrava in crescita già prima dell’emergenza pandemica, con una progressione lineare costante negli ultimi 4-5 anni e dunque, per stimare l’effetto delle chiusure, dall’aumento complessivo registrato andrebbe scorporato il trend di crescita già in atto. In secondo luogo, dai dati raccolti dall’IFC del CNR di Pisa durante il lockdown emerge che una minima parte di chi giocava nei punti di offerta fisici avrebbe iniziato a giocare online, quindi l’aumento dei volumi sarebbe determinato prevalentemente da giocatori che già praticavano gioco d’azzardo anche tramite la rete internet (indipendentemente dalla natura legale o illegale dei siti): tra questi uno su tre avrebbe aumentato i consumi. Da queste analisi risulta pertanto che solo una parte della domanda fidelizzata dai servizi di raccolta fisica si sarebbe effettivamente spostata sull’online. Dopo la fine del lockdown risulta che la quota di mercato online è tornata, in termini tendenziali, ai livelli precedenti. Ora, tali rilievi meritano di essere valutati secondo il generale profilo che attiene l’interezza delle questioni trattate in questa relazione: occorre cioè valutare se le trasformazioni e le variazioni occorse per via delle restrizioni attuate contro lo sviluppo della pandemia portino a delle mutazioni di carattere stabile e a regime, oppure non si risolvano in tendenze transitorie e quindi siano riassorbite, al momento del ritorno all’ordinario svolgimento dell’attività. In ogni caso, le ulteriori chiusure hanno nuovamente cambiato il quadro e per capire se in questi ulteriori mesi si siano stabilizzati nuovi modelli di consumo dovrà essere valutata la situazione che si verrà a creare dopo le riaperture di luglio 2021. Non può escludersi che una parte del maggior consumo online, possa essere intercettata -attraverso siti clandestini- dall’offerta illegale che in questo settore era già presente e in ascesa. Analogamente va verificato se le chiusure abbiano determinato la comparsa di nuovi punti di offerta clandestina anche per il gioco d’azzardo su rete fisica. Vale qui riportare le parole del Prefetto Gabrielli nell’aprile del 2020 in qualità di Capo della Polizia: “La chiusura delle sale giochi e l’interruzione delle scommesse sportive e dei giochi gestiti dai Monopoli di Stato potrebbero aumentare il ricorso al gioco d’azzardo illegale online” Tale preoccupazione è stata immediatamente presa in attenta considerazione dalla Commissione Antimafia, che sta organizzando e rielaborando i dati pervenuti, ma una valutazione in tal senso appare complessa e richiede l’acquisizione di maggiori elementi. Ancora una volta si potrà procedere in tal senso in sede di studio analitico da parte del IV Comitato – influenza e controllo criminali sulle attività connesse al gioco nelle sue varie forme – istituito in seno a questa Commissione. Atteso comunque che, trattandosi di attività illecite, non si hanno riscontri diretti sui volumi di affari e che un loro possibile aumento può essere unicamente stimato in via indiretta, sulla base di dati correlabili (numero di indagini, arresti, sequestri, numero di processi, condanne, ecc), il dato deve essere poi ponderato alla luce di altri fattori, che altrimenti potrebbero risultare distorsivi. Le attività investigative in questo settore sono complesse e non di rado nascono incidentalmente come costola di altre indagini in corso, dalle quali in sostanza si manifestano come supplementi investigativi; possono dunque richiedere anni ed è necessario verificare quali fatti risalgano al periodo pre-pandemia e quali siano effettivamente riferibili al periodo delle chiusure. Va inoltre considerato che proprio gli allarmi lanciati dalla magistratura inquirente e dalle forze dell’ordine abbiano portato ad una maggiore pressione investigativa. Sarà necessario dunque acquisire i dati su più annualità e rapportare il volume emergente di attività criminali al volume di attività investigativa prodotta dalle forze dell’ordine e di polizia giudiziaria, inclusi quindi gli ispettori di ADM, la quale, come ci ha riferito in audizione il Direttore Minenna, ha rafforzato i controlli e avviato il Coordinamento di Prevenzione del Gioco Illecito (Co,Pre.G.I.) di concerto con tutte le istituzioni preposte. E’ possibile dunque che un aumento dei volumi di illegalità scoperti siano dovuti ad una maggiore efficacia dell’azione repressiva e preventiva e rappresentino dunque un dato in certa parte confortante. Occorre da ultimo valutare se le chiusure degli esercizi di gioco legale non possano aver favorito le organizzazioni mafiose che, in certa misura ed in talune circostanze di conclamata infiltrazione, traevano vantaggio da tali attività. Quest’ultimo quesito potrà essere certamente evaso attraverso un attento e capillare studio svolto in sede di istruttoria del IV Comitato – influenza e controllo criminali sulle attività connesse al gioco nelle sue varie forme – istituito in seno a questa Commissione In conclusione, si concorda nel dover valutare un possibile incremento dell’attività criminale nei settori dell’offerta di gioco d’azzardo nel periodo della pandemia da SarsCov-2. Il possibile nesso di causalità con le “chiusure” al momento rappresenta uno stimolo a mantenere alta l’attenzione e richiederà ulteriori approfondimenti per dare risposte più esaustive nel prossimo futuro”, conclude.  cdn/AGIMEGThe post Camera, Relazione intermedia del XX comitato per repressione attività predatorie della criminalità durante emergenza sanitaria: “Lockdown ha posto in serie difficoltà economiche comparto del gioco legale” first appeared on Agenzia Giornalistica sul Mercato del Gioco – AGIMEG.

Autore: Chiara Di Nicola
Fonte:https://www.agimeg.it/politica/camera-relazione-intermedia-xx-comitato-repressione-attivita-predatorie-criminalita-durante-emergenza-sanitaria-lockdown-posto-in-serie-difficolta-economiche-comparto-gioco-legale

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