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Campanella (EMI Rebus) ad Agimeg: “Invito tutto il settore del gioco a manifestare in massa a piazza Montecitorio e rimanere finché non avremo ottenuto ciò che meritiamo. E’ l’ultima occasione per provare a farci riaprire visto che stanno ripartendo tutte le attività”

“Noi in questi mesi ci siamo battuti in tutti i luoghi. Abbiamo seguito anche i ragazzi di IoApro con una delegazione sempre presente. Abbiamo portato ovunque la voce del nostro settore che è palesemente discriminato. Abbiamo da poco concluso la nostra tre giorni di proteste. Oggi ritengo di avere un quadro più chiaro della situazione della categoria: in politica ci sono persone che hanno pregiudizi e chi non ne ha. Questo è emerso dai vari incontri che abbiamo avuto. C’è chi è più predisposto ad ascoltarci, ma c’è anche chi ha un pregiudizio molto forte nei nostri confronti. Non è un caso che non siamo citati nell’ultimo decreto poiché non è cambiato nulla neanche con il nuovo governo. L’idea è quella di farci aprire per ultimi, quando la maggior parte della popolazione sarà coperta dal vaccino. Siamo considerati come attività a rischio, ma sappiamo benissimo che così non è. Abbiamo girato dei video nelle nostre sale per dimostrarlo e lo abbiamo girato anche al sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, con cui sono in contatto e che si è dimostrato molto disponibile. Il dibattito sano si deve portare avanti per abbattere il pregiudizio nei nostri confronti”. E’ quanto afferma la presidente di EMI Rebus e la fondatrice del ‘Comitato Donne in Gioco’, durante la diretta Agimeg condotta dal direttore Fabio Felici. “Oggi il problema più grande è quello temporale, siamo stati chiusi per troppi mesi e la situazione è davvero diventata critica sotto tutti i punti di vista. Inoltre, per questioni di tempo, non riusciremo a mettere un freno anche a determinate leggi regionali che stanno per entrare in vigore. L’apertura al dialogo è la giusta via, ma è lunga. Oggi è arrivato il momento di fare qualcosa di forte, ma senza sfociare nella violenza. Chi ha agito con violenza non ha ottenuto i risultati. Ma, dopo che neanche l’ultimo decreto ci ha menzionati molte persone si sono svegliate. A differenza loro, da gennaio sono in piazza insieme alle altre donne e non rimpiango nulla. Nessuno ci ha finanziato. La raccolta fondi è servita per pagare le spese a chi non poteva, anzi molte di noi ci hanno rimesso di tasca propria. Credo che una volta per tutte serva l’unione dell’intero settore. Ho richiesto questa diretta ad Agimeg per confrontarmi con le persone. Dopo 4 mesi abbiamo esperienza e abbiamo tastato il terreno in tutti i suoi aspetti. Tutto ciò che stiamo subendo deriva solo da scelte politiche. Eravamo gli ultimi con il vecchio governo e lo siamo ancora anche con quello nuovo. Di fronte a questo muro va fatto qualcosa di forte che però non ci vada a compromettere e buttare tutto il lavoro svolto in questi mesi per dare una nuova immagine del nostro settore che da sempre è visto come composto da criminali. Basterebbe pochissimo per farci etichettare, come loro vogliono, come dei vandali. Noi siamo cittadini e lavoratori onesti e grandi contribuenti dello Stato e dobbiamo riprenderci la nostra dignità. La mia proposta è quella di scendere in massa senza distinzioni di associazioni o concessionari. L’obiettivo è unico per tutti: riaperture, sostegni adeguati che ci permettano di ripartire e moratorie sulle leggi regionali fino al riordino del settore. Cominciamoci a riprendere ciò che è nostro a partire dalla dignità. Riaprire quando vorranno loro comporterà comunque la cancellazione di imprese nel territorio. La legge regionale del Piemonte entrerà in vigore a breve, anche nel Lazio si sta andando verso la stessa direzione e spazzerà via tutto poiché 500 metri sono troppo pochi e rendono impossibile ricollocarci. Per non parlare dell’Emilia-Romagna e la Valle d’Aosta che ha anticipato di 2 anni per favorire il casinò. Dobbiamo lottare insieme in un’unica piazza, quella di Montecitorio. Bisogna andare lì in massa, sedersi in piazza e non muoversi più. Senza violenza, ma solo con grande civiltà e dignità. Uniamo le forze e non muoviamoci dalla piazza fino a quando non otterremo ciò che dobbiamo ottenere. Questa è l’unica strategia con la quale si possa smuovere tanto. Diamo dimostrazione di quello che siamo. Per ottenere tutto ciò servono i numeri, quindi invito tutti a partecipare senza distinzioni e non creare discrepanze al nostro interno. Se saremo 5.000 persone in piazza avremo una grandissima risonanza. Il lavoro fatto in piazza in questi mesi non è stato infruttuoso, infatti se ai Ministeri ci ricevono sempre vuol dire qualcosa. Chi viene deve avere le intenzioni chiare e con la consapevolezza di poter rimanere anche una notte fuori. Rimaniamo lì finché non avremo una data certa per la riapertura, ristori adeguati e dei bonus di ripartenza come dimezzamento del Preu e dell’imposta unica, moratoria per le leggi regionali fino al riordino del settore. Se riuscissimo ad ottenere questo potremmo davvero arrivare a riprenderci. Siamo stati distrutti ed è aumentata spaventosamente l’illegalità. Ritornando alla manifestazione, sottolineo che è importante rimanere seduti pacificamente e correttamente distanziati così da isolare immediatamente gli eventuali infiltrati, poiché in manifestazioni numerose c’è sempre paura di episodi del genere. E’ impossibile fare un atto di rivoluzione o di entrare nei palazzi, quelle sono pazzie. A violenza corrisponde altra violenza. Io non intendo scendere con queste intenzioni, voglio essere chiara. Voglio rimanere una persona perbene e l’esasperazione a cui ci hanno portato non deve farci cambiare. Ribadisco che questa volta la piazza non la occupo se non ho le adesioni. Siamo stanchi. Chi non ha partecipato non può comprendere la nostra stanchezza. E’ il momento di dire basta e voglio proprio vedere dov’è il nostro settore, poiché se non si muove per una cosa del genere non so dove sia. E’ il momento che tutti diano il loro contributo e facciano la propria parte. Qui non si tratta di sigle associative e di divisioni, ma per una volta dimostriamo chi siamo. Con il peso di una piazza importante si potrà richiedere ciò che noi vogliamo ottenere. Ciò darà un grande segnale di civiltà e malcontento allo stesso tempo e potremo riuscire ad ottenere quello che ci spetta. E’ vero che ci serve una data certa di riapertura, ma non basta per le imprese che non riusciranno ad alzare la serranda o per quelli che falliranno una volta riaperto. Adesso si tratta di un fallimento indotto. Scendiamo uniti, cerchiamo di raggiungere i nostri obiettivi e torniamo a lavorare. Quando ad una persona viene tolto il lavoro, la socialità, gli stimoli diventa una vita senza scopo. I nostri diritti umani sono stati calpestati. E’ il momento di dire seriamente basta. Abbiamo predisposto un canale Telegram a cui può accedere solo chi vuole realmente partecipare alla manifestazione che poi verrà cancellato una volta terminata. Ora è arrivato il momento di non trovare più scuse, bisogna impegnarsi per cambiare le cose. Noi abbiamo investito nelle nostre attività e anche lottare per il proprio lavoro e la propria impresa fa parte dell’investimento. Ognuno deve fare la propria parte per il suo interesse e per quello del settore. Noi ci siamo costituite come Comitato e siamo qualcosa di neutrale. Basta con divisioni tra sigle e associazioni perché se non ci muoviamo insieme non esisterà più nulla. Unione per quello che dobbiamo ottenere e poi si potrà tornare a scontrarsi, se volete. Scendiamo uniti e occupiamo la piazza. Sono a disposizione di chiunque voglia un confronto, un chiarimento e proporre nuove idee. Abbiamo cercato un dialogo con le istituzioni e vissuto alla giornata e deciso volta per volta cosa fare. C’è gente che sta soffrendo davvero. Il nostro lavoro ci è stato soffiato via e nessuno ci sta calcolando per quello che valiamo: siamo il terzo settore erariale. Riprendiamoci ciò che è nostro. Io non andrò prendere la piazza se non ci sarà il coinvolgimento di tutti. So che la disperazione è ai massimi livelli. Il tempo non c’è più ed è la variabile che incide maggiormente. Ogni giorno che passa qualche impresa fallisce”. ac/AGIMEG

Autore: Andrea Cantelmo
Fonte:https://www.agimeg.it/politica/campanella-emi-rebus-invito-settore-gioco-manifestare-in-massa-piazza-montecitorio-rimanere-finche-non-otteniamo-cio-che-meritiamo-ultima-occasione-per-farci-riaprire

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