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Cañizares: “Non ho paura della morte perché quel giorno riabbraccerò mio figlio”

Canizares

La vita di una persona può cambiare da un momento all’altro. Anche se si è calciatori, o lo si è stati, e se si è ricchi. Santiago Cañizares è stato un ottimo portiere per il calcio spagnolo e internazionale. Bandiera del Valencia e a lungo nel giro della Nazionale, l’ex anche del Real Madrid ha lasciato il calcio giocato nel 2008.

Lo scorso marzo, il destino ha scelto di prenderlo di mira, togliendogli l’affetto di Santi, uno dei sei figli avuti insieme alla moglie Maite García, morto ad appena cinque anni a causa di una malattia incurabile.

L’ex portiere ha aperto il proprio cuore per la prima volta dopo la tragedia a “Super Deportivo”, trasmissione di Radio Villa Trinidad, in Argentina: “Queste sono cose che non si credono possibili fino a quando non si vivono – la commosse parole di Cañizares – Santi era nato sano, ma a tre anni e mezzo, da un giorno all’altro, cominciò a stare male. Abbiamo lottato per 15 mesi, ma purtroppo era un tipo di malattia che non dà scampo”.

Capitolo toccante quello dedicato al rapporto con la religione: “La fede mi ha aiutato, sono cattolico e non credo ai castighi divini, ma penso che Dio ci possa voler dare delle lezioni importanti: forse da padre di una famiglia così numerosa avevo bisogno di una simile lezione di umiltà. Lotto ogni giorno per loro, ma non posso negare che convivo con un dolore enorme, che Santi mi manca tantissimo”.

La chiusura è struggente: “Ho sempre avuto timore della morte, ma adesso dico che quando succederà quel giorno sarò felice perché potrò riabbracciare Santi”.

Spagna ai piedi di Diego Costa

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