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Cantone (Procuratore della Repubblica): “Mafie si infiltrano nell’economia legale per reinvestire i proventi illeciti e moltiplicarli”

“Le mafie hanno nel loro DNA quello dell’infiltrarsi nell’economia legale; ne hanno bisogno per reinvestire i proventi illeciti e per moltiplicarli. Controllo dell’economia legale significa anche controllo sociale e possibilità di condizionare la politica. Per impedirlo, bisogna non abbassare la guardia dei controlli preventivi. Le mafie sono bravissime ad approfittare delle emergenze e delle deroghe alle regole. Quanto al Codice degli appalti, io credo che l’eccesso di regole e quindi di complicazioni burocratiche costituisca un fatto negativo perché non consente di realizzare le opere e perché l’eccesso di complicazione può essere, esso stesso, un incentivo alla corruzione. Bisogna trovare un giusto mezzo ma bisogna ancor di più evitare quanto è avvenuto negli ultimi anni e cioè cambiare continuamente le regole degli appalti. La burocrazia si disorienta e non è più in grado di dare risposte”. E’ quanto ha affermato – nella rubrica del quotidiano online ‘L’Eurispes’ “Cosa vuol dire Mafia? – Dialoghi sulla legalità” a firma di Sergio Nazzaro, scrittore, giornalista ed analista da sempre impegnato nello studio dei fenomeni criminali e nella lotta alle mafie – Raffaele Cantone, magistrato che, dopo anni alla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ora lavora all’Ufficio del Massimario della Suprema Corte di Cassazione, dal 2014 al 2019 è stato Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, nel 2020 è nominato dal CSM Procuratore della Repubblica a Perugia.
“Corruzione e mafie sono due concetti che si riferiscono a due realtà criminali che sono e restano fra loro diverse, ma che hanno àmbiti comunque significativi di sovrapposizione. Le mafie, infatti, hanno bisogno per la loro esistenza di intrecciare rapporti con l’economia legale e la politica. Soprattutto le mafie attuali preferiscono utilizzare sempre più, per raggiungere i loro fini, la corruzione piuttosto che l’intimidazione. Comprare un funzionario può essere, infatti, più vantaggioso per le mafie perché in tal modo se ne assicurano la fedeltà. La presenza e la forza delle mafie quindi aumentano i rischi di corruzione e, dall’altro canto, la disponibilità alla corruzione finisce per agevolare le mafie. Sottovalutare la corruzione considerandola, tutto sommato, un sistema che fa girare l’economia rischia, indirettamente, di rafforzare quindi le mafie”.
“Il mafioso che non si è pentito – continua Cantone – cerca, in tutti i modi, di mantenere i rapporti con il suo territorio e quando vi ritorna vuole riprendere il suo posto nelle gerarchie criminali e ricominciare a gestire affari illeciti. Le lunghe detenzioni che oggi conseguono alle condanne per mafie fanno sì, però, che il contesto esterno risulti, al momento del recupero della libertà da parte del mafioso, molto diverso ed il pericolo è, più che il ritorno con il passato, quello di contrapposizione violenta con i gruppi che comunque hanno occupato gli spazi rimasti vuoti. Bisogna anche sottolineare come molte volte, dopo aver scontato la condanna, i mafiosi tornano su territori che si sono rigenerati anche per l’azione della società civile, territori dove diventa molto più difficile agire, perché quel clima di paura e omertà non esiste più”.
Per il Procuratore della Repubblica oggi “le mafie sono transazionali, investono senza badare ai confini geografici e non c’è nessun paese, territorio che possa dirsi immune, in Italia o nel mondo. È necessaria una continua tensione antimafia come pure una continua sensibilità che protegga l’economia sana che produce lavoro, perché la prima vittima è proprio l’economia che permette lo sviluppo e la ricchezza di un territorio”.
In un immediato futuro avremo a disposizione i fondi del Recovery Plan, oltre duecento miliardi di euro. Si pongono due sfide: far sì che la criminalità organizzata non ne approfitti e dall’altra parte muoversi speditamente, può farcela il sistema Italia questa volta? “Quello che ci aspetta con i fondi del Recovery non ha precedenti – afferma Cantone – ed è difficile fare pronostici. I rischi, però, che la criminalità possa approfittarne sono enormi perché sta passando l’idea che bisogna spendere senza porsi troppi problemi, considerando le regole un intralcio, come sempre. La deregulation è la situazione che le mafie preferiscono perché possono mettere in campo le loro capacità di ‘convincere’ e cioè l’intimidazione e la corruzione. Bisogna avere il coraggio di dirlo con chiarezza: il Recovery Fund è una grande occasione per il Paese, ma può diventare un rischio enorme e può essere l’occasione che le mafie attendono per prendersi la loro rivincita contro le Istituzioni. E la crisi profonda della antimafia sociale (purtroppo sotto gli occhi tutti) può essere un ulteriore vantaggio per le mafie. La cosa che più mi preoccupa – conclude il Procuratore – è la capacità delle nuove mafie di mimetizzarsi; sempre più capaci di occupare la zona grigia e di presentarsi senza coppola e lupara, ma con cravatta e grisaglia. Una mafia che preoccupa meno anche un’opinione pubblica distratta, perché evidentemente presa dai problemi che la pandemia ci sta ogni giorno ponendo”. cr/AGIMEG

Autore: Claudio Ramoni
Fonte:https://www.agimeg.it/politica/cantone-procuratore-mafie-si-infiltrano-in-economia-legale-per-reinvestire-proventi-illeciti-e-moltiplicarli

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