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Chalobah: “A Napoli strutture al di sotto degli standard di Championship. E su Sarri…”

chalobah mertens

Durante una lunga intervista ai microfoni di The Totally Italian Football Show, Nathaniel Chalobah ex centrocampista del Napoli ha ricordato la sua esperienza con gli azzurri. Ecco un passaggio della traduzione di TuttoNapoli: “Il mio arrivo al Napoli? E’ successo tutto in fretta e alla fine della finestra di calciomercato. Il Napoli cercava un calciatore per sostituirne uno infortunato, quindi non ci ho pensato due volte. All’inizio ero un po’ titubante perché mi sarei trasferito in Italia e avrei giocato in un grandissimo club in quel Paese, ma poi pensandoci mi sono chiesto, perché non provare?”

PRIME IMPRESSIONI – “Ricordo che c’era una caldo torrido, l’aria era irrespirabile. Ero in jeans e giacca che ho dovuto togliere dopo soli 5 minuti, e ho subito pensato “qui fa caldissimo!”. Dovevamo attendere un po’ prima di firmare i contratti quindi ho sfruttato quel tempo per dare un’occhiata agli impianti e le attrezzature. Il campo d’allenamento e le infrastrutture non erano proprio al top ad essere sincero, ma allo stesso tempo avevo visto un po’ di tutto, arrivando a giocare in realtà di Premiership così come in strutture di ottimo livello come quando ero al Chelsea (li forse sono stato un po’ viziato) in termini di attrezzature e strutture, spogliatoi e dal modo in cui venivi trattato, ma ripeto alla fine non mi ha sconvolto più di tanto. La prima impressione é stata ok, anche se le infrastrutture non erano un granché pensavo comunque di giocare a calcio (al caldo) quindi non potevo lamentarmi. Ero comunque curioso di conoscere gli altri calciatori così da confrontarmi e capire cosa loro ne pensassero, specialmente perché quando ero in Championship molti erano soliti lamentarsi di continuo riguardo le attrezzature, dove si trovassero e altre cose… e devo dire che quando sono arrivato al Napoli gli standard erano sotto i livelli della Championship. Subito dopo cercai di convincere me stesso… non può essere così, deve essere solo la mia prima impressione. Infatti dopo aver incontrato i compagni di squadra li trovai veramente umili, rilassati. La cultura sembrava essere veramente diversa rispetto a quella a cui ero abituato”.

PROBLEMI DI ADATTAMENTO – “All’inizio volevo parlare inglese ma i primi giorni ero molto silenzioso, osservavo, parlavo poco con gli altri e allo stesso tempo provavo ad imparare parole semplici come Ciao, come stai. Pepe Reina parlava un po’ d’inglese quindi fu uno dei primi ad aiutarmi, così come Mertens e Koulibaly. Anche Sarri parlava inglese con me, ha lavorato in Inghilterra, a Londra in passato,nel settore bancario. Ma quando eravamo in campo non mi parlava allo stesso modo e pretendeva io capissi l’Italiano, quindi fu molto difficile all’inizio”.

SARRI – “A dir la verità era una bellissima persona, un grande manager. Mi spiego, tatticamente é stato uno dei più bravi con cui ho lavorato. In termini di gestione lui era capace di gestire in modo ottimale il gruppo specialmente perché in Italia ci sono 11 giocatori che finiscono in panchina quindi è molto difficile tenere tutti contenti ma lui era sempre attento a mantenere una relazione con tutti, infatti se avevi un problema andavi nel suo ufficio e lui era sempre li, disponibile ad ascoltarti. Mi ha aiutato molto all’inizio. Abbiamo avuto parecchie conversazioni e lui mi spiegava cosa si aspettava da me. Molte volte però perdeva la pazienza perché non lo capivo… ma alla fine era tutto ok”.

DAL CHELSEA AL WATFORD, CHALOBAH: “CONTE, TI RINGRAZIERÒ’ A VITA”

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