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Coronavirus, Sconcerti difende Rezza: “Le sue parole strumentalizzate da Diaconale”

Sconcerti

La bufera su Giovanni Rezza.

Esponendo il suo parere riguardo l’impossibilità di riprendere il campionato a causa dell’emergenza Coronavirus, il capo dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità aveva improvvisato una battuta puntando sulla sua fede calcistica per la Roma: “Il calcio è uno sport che implica un contatto e quindi un certo rischio di trasmissione. Da romanista manderei tutto a monte“, aveva ironicamente detto il medico durante la consueta conferenza stampa della Protezione Civile.

Una battuta che, come spesso accade nel mondo del web, è stata mal interpretata scatenando un vero e proprio polverone mediatico e la risposta di molti sostenitori soprattutto della Lazio. Tra questi il commento del portavoce del club biancoceleste, Arturo Diaconale, il quale aveva parlato così ai microfoni di AdnKronos: “Alle volte il tifo colpisce anche gli scienziati e dà alla testa. Sarebbe davvero auspicabile che, invece di alimentare polemiche calcistiche di cui non si sente il bisogno, si dedicasse ogni energia alla ricerca di una cura o di un vaccino che possa arrestare il contagio“. Visto il caos generato, Rezza aveva dunque subito fatto chiarezza durante un’intervista concessa a Radio Punto Nuovo: “La mia è stata una battuta per sdrammatizzare il momento drammatico che stiamo vivendo. Non pensavo intervenissero Diaconale, la Lazio per dire di non fare il tifoso, ho fatto una semplice battuta“.

A commentare l’accaduto è intervenuto anche Mario Sconcerti, noto giornalista sportivo italiano, che ai microfoni di TMW Radio ha preso le difese di Rezza: “Il polverone l’ha fatto la comunicazione, non Rezza. Il parere di una persona è sempre personale. Se quello poi fa chiaramente una battuta, sottolineando il suo tifo romanista, cosa deve fare? Rezza è stato strumentalizzato dai laziali, in primis Diaconale che gli ha detto di pensare a fare i vaccini. Questo dimostra che siamo impreparati e vediamo il virus come una battaglia tra squadra, il che è indice di seria inciviltà. Su quando si potrà riprendere nessuno può dare una data, l’ideale sarebbe quindici giorni dopo l’ultimo contagio, o quando si arriverà ad un numero considerato accettabile. Mi interessa poco sapere se si può o no giocare a calcio“.

 

Fonte: https://www.mediagol.it/serie-a/coronavirus-sconcerti-difende-rezza-le-sue-parole-strumentalizzate-da-diaconale/

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