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Coronavirus, Tevez: “Virus b******o. Dobbiamo aiutare tutti, non importa la classe sociale”

Il commento di Carlos Tevez.

L’emergenza Coronavirus si è diffusa ormai in tutto il mondo, e i presidenti di tutti i paesi hanno adottato misure restrittive per cercare di combattere la diffusione del virus e salvare quante più vite possibili: in Italia, nella giornata odierna, il Premier Giuseppe Conte ha annunciato di aver prolungato il periodo di quarantena (iniziato il 9 marzo) fino almeno al 13 aprile, una strategia necessaria per debellare definitivamente questa minaccia che si è abbattuta improvvisamente sul nostro paese.

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Anche in Argentina il presidente Alberto Fernandez ha deciso di chiudere tutte le attività ritenute non di prima necessità, invitando i cittadini a restare nelle proprie abitazioni per limitare il contagio. A commentare la situazione del paese sudamericano è intervenuto Carlos Tevez, attaccante del Boca Juniors, che in questi giorni ha utilizzato i propri profili social per sensibilizzare i suoi concittadini al rispetto delle regole.

Queste le dichiarazioni dell’ex Juventus: “Dobbiamo stare a casa, più per i nostri nonni e i nostri genitori. Dobbiamo preoccuparci della loro salute e di quella dei nostri figli, più che per noi stessi. La paura deriva dal fatto che non sappiamo da dove viene il virus, come ti colpisce e come si cura. Questo virus uccide i nostri nonni, i nostri familiari che hanno le difese immunitarie basse, che vengono attaccati con più facilità. Stiamo soffrendo tutti. I quartieri poveri sono quelli che soffrono di più. Lo stato sta lavorando bene, e anche noi stiamo cercando di aiutare. Non importa la squadra che tifi, non si indossano maglie in questa battaglia. Non importa la classe sociale. Dobbiamo far capire che stiamo giocando con i sentimenti e le vite delle persone. Dobbiamo restare uniti e aiutare chi ne ha bisogno. Dobbiamo essere grati per essere in salute. Chi ha il Coronavirus non può essere abbracciato, chi sta male non può entrare in contatto con il padre o con il proprio figlio: è un virus b******o“.

Sulla possibilità di tagliare gli stipendi dei calciatori: “Noi calciatori possiamo vivere per sei mesi o un anno senza stipendio. Non abbiamo la necessità di sfamare un bambino ogni giorno, uscire di casa alle 6 del mattino e tornare alle 7 di pomeriggio per nutrire la propria famiglia. Non siamo un buon esempio in questo caso. Dobbiamo scendere in campo, per noi è facile parlare da casa perché siamo sicuri di poter dar da mangiare ai nostri figli. Ma il popolo è disperato, se esce di casa viene arrestata e questo è preoccupante. Dobbiamo aiutare la gente più bisognosa. I club devono essere coinvolti. Invece di allenarci dobbiamo aiutare le persone. Sarei felice di andare nelle mense per i poveri. So che la mia famiglia sta bene, stare con questa gente ci renderà ancora più forti. E’ qui che dobbiamo dare l’esempio: posso fare un video dal mio salotto, ma il vero esempio sarebbe quello di uscire e aiutare. In quanto membri di una società dobbiamo preoccuparci di tutti gli abitanti. Non ha importanza come andranno le cose, il calcio non ripartirà“.

 

 

Fonte: https://www.mediagol.it/coronavirus-2/coronavirus-tevez-virus-bo-dobbiamo-aiutare-tutti-non-importa-la-classe-sociale/

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