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Donati-Mediagol: “Nuovo Palermo in D? Non tutti i mali vengono per nuocere. Tutto su Sforzini, Rinaudo e Paparesta…”

Una stagione e mezza a conferire fosforo, personalità e duttilità tattica al Palermo dell’era Zamparini.

Una salvezza tranquilla con Bortolo Mutti in panchina e cinque mesi da playmaker giocati ad alto livello nel campionato di Serie A. Quindi una retrocessione amara, nonostante una squadra capace di sciorinare un calcio gradevole e propositivo, nella seconda e ultima stagione da calciatore nel capoluogo siciliano. Un annata a dir poco travagliata con ben cinque cambi in panchina e ribaltoni in serie in mabito dirigenziale, in cui Massimo Donati riuscì comunque a fornire un contributo importante. Era il Palermo tormentato dal perenne baillame alla guida tecnica tra Gasperini e Sannino, staffetta inframezzata dalla breve parentesi Malesani. L’ex centrocampista di Atalanta, Milan e Celtic, quell’anno interpretò anche il ruolo di centrale difensivo per volere del tecnico piemontese, oggi condottiero illuminato della compagine orobica che incanta l’Europa. Il classe 1981 ha concesso un’intervista esclusiva alla redazione di Mediagol.it, soffermandosi sui profili del nuovo Palermo di Mirri e Di Piazza con cui ha condiviso significativi trascorsi professionali.

“Sforzini? Conosco molto bene Ferdinando. Un attaccante con delle qualità importanti che ha fatto bene nella sua carriera e che avrebbe potuto fare qualcosa in più, parliamo di un centravanti importante che ha tutte le carte in regola per fare benissimo. Chiaramente il calcio non è facile in nessuna categoria, ma è innegabile che un calciatore con il suo bagaglio in Serie D sia in grado di fare la differenza in maniera marcata sul piano realizzativo.La svolta di Rinaudo in ambito dirigenziale? Mi aspettavo che avrebbe assunto un ruolo del genere perché Leandro è una persona seria, sincera e molto pacata, si vedeva subito che poteva assumere un compito che gli si addice bene per qualità ed attitudini caratteriali. Ho sentito parlare molto bene di lui professionalmente e credo che sia la persona giusta. Leandro è un soggetto riflessivo e razionale, con buona predisposizione alla analisi e al dialogo, ma al contempo capace di farsi sentire e rispettare con toni risoluti quando serve.  Paparesta? Una persona molto passionale che quando è dentro il lavoro mette tutto sé stesso perché anche lui ha vissuto di calcio e vive di calcio anche se in vesti diverse, quando prende una sfida in mano vuole vincerla a tutti i costi. Era il mio presidente a Bari, mi sono trovato moto bene con lui, una persona che sa ascoltare e quando ti parli ti rendi sempre conto che sta dicendo il vero.  Ho un ricordo molto positivo di Gianluca, un uomo vero con cui puoi confrontarti senza filtri ed esprimere i tuoi bisogni ed il tuo punto di vista come mi è accaduto più volte quando ero un suo calciatore. Palermo in D? Questa è una piazza che deve stare in alto nelle massime competizioni, soprattutto per i tifosi e per la passione che c’è a Palermo. Se mi aspettavo il triste epilogo che ha caratterizzato la fine della vecchia società? Tutti i mali non vengono per nuocere, il club rosanero è ripartito da zero con una società seria e sono sicuro che gradualmente si potrà fare bene. È successo anche ad altre squadre una cosa del genere e non ci si aspetta che una squadra con quella tradizione possa andare in contro a una situazione di questo tipo, ormai è successo e quindi bisogna guardare al futuro. Vedo che l’organizzazione è buona, proprietà e dirigenza serie e capaci e quindi sono certo che ci sarà il modo di ripartire nel migliore dei modi e risalire in fretta la china riportando il Palermo dove merita. il mio ricordo più bello dell’esperienza in rosanero? Quando sono arrivato a Palermo (era gennaio 2012) i primi cinque mesi  sono stati davvero indimenticabili in termini calcistici ed umani. Non c’è un singolo episodio che mi lega a quel frangente della mia carriera, ma tutto il periodo in cui indossai la maglia rosanero lo conservo nel mio cuore. Giocavamo davvero un bel calcio con Gasperini in panchina, l’annata della retrocessione è stata la classica stagione storta: perdevamo quando meritavamo il pareggio e pareggiavamo quando meritavamo la vittoria. Avevamo un’identità tattica ben precisa ed un gioco propositivo e spettacolare, entravamo in campo convinti di imporre il nostro gioco e sapevamo cosa fare nei minimi dettagli, conoscendo vizi e virtù di ogni avversario. Il gol contro la Lazio nella mia prima stagione? Mi ricordo quella sera perché ero arrivato da poco e giocammo in casa contro i biancocelesti che battemmo 5-1, una prestazione corale brillante condita anche dalla gioia pertsonale di un gol d’autore.  il Palermo ha vissuto momenti calcisticamente anche più alti con le partecipazioni in Europa League ed i primi posti in campionato in Serie A,  ma quella per me fu una serata davvero da ricordare”.

Fonte: https://www.mediagol.it/bari/donati-mediagol-nuovo-palermo-in-d-non-tutti-i-mali-vengono-per-nuocere-tutto-su-sforzini-rinaudo-e-paparesta/

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