Entella, Gozzi: “Insubordinazione in atto. Andrò fino in fondo…”

Nel caos che avvolge la Serie B, c’è un particolare caso che ancora fa parlare: quello della Virtus Entella. Il presidente del club punta alla B dopo che la sentenza con cui il Collegio di garanzia ha di fatto riportato la società nella serie cadetta. In un’intervista a La Gazzetta dello Sport, il numero uno Antonio Gozzi affronta tutti i temi di questo momento piuttosto delicato.

LOTTARE – “Come sto? In battaglia. Non c’è niente di rivoluzionario nella sentenza del Coni. Se passa il concetto che l’attribuzione di una sanzione dipende dalle lungaggini dei tribunali, è finita. Quando è iniziata questa storia, il Cesena non era fallito ed era ancora affiliato. Piuttosto, trovo più straordinario che dopo dieci giorni di silenzio la Figc abbia impugnato la sentenza al Tar. In sostanza, la federazione ha deciso di ricorrere contro se stessa, visto che il Coni non ha fatto altro che applicare al Cesena una sanzione richiesta già a giugno dalla Procura federale. La Procura è o non è un organo della Figc? Siamo al surreale, c’è una specie di insubordinazione in atto, questo fa crollare tutto, il sistema non è più credibile. Tra l’altro, secondo la Figc, nel caso volessimo tornare in B dovremmo prima giocare i playout con il Novara. Ma è un’invenzione, la classifica ormai è cristallizzata, abbiamo i precedenti degli ultimi cinque anni che lo dimostrano: sentenze dei tribunali della stessa Figc.

GIUSTIZIA SPORTIVA IN TILT – “Vedo che il sottosegretario Giorgetti minaccia di riformarla a colpi di decreti, segno che questa estate di pazzie ha evidenziato l’enorme malfunzionamento della giustizia, basato sulla mancata applicazione di principi basilari, come l’afflittività della pena. Ma è possibile? Io per primo ho invocato addirittura la giustizia ordinaria. Siamo arrivati al punto che una federazione ricorre al Tar contro il Coni: ma il Collegio di garanzia non era la Cassazione dello sport?”.

ENTELLA FERMO – Fino al 9 ottobre, la squadra non potrà scendere in campo: “Dal 13 luglio abbiamo disputato tre gare ufficiali. C’è un problema psicologico, è duro canalizzare la rabbia agonistica dei ragazzi in energie positive. Dopo il 9, comunque, la prospettiva è giocare tante partite infrasettimanali, che siano di B o di C: sarà complicato. Il perché di tutto questo caos? Questo sistema è il frutto di una crisi di governance che il commissariamento ha esasperato. Non sono state fatte le riforme, se non quella che ha introdotto le squadre B, in cui non ha creduto nessuno, nemmeno la Juventus che aveva paura di non essere pronta e infatti è lì in fondo alla classifica. Dirigenti incapaci di governare. Poi quello bislacco sarei io…”.

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