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Focus, il golden boy del calcio italiano: Nicolò Barella e la maniacale ricerca della perfezione

CAGLIARI, ITALY - MARCH 11: Nicolò Barella of Cagliari celebrates his goal 2-1    during the serie A match between Cagliari Calcio and SS Lazio at Stadio Sant'Elia on March 11, 2018 in Cagliari, Italy.  (Photo by Enrico Locci/Getty Images)

 

di Daniele Castelli

Il calcio italiano sta vivendo, probabilmente, il momento di crisi più profonda della sua storia.

La vittoria nel Mondiale del 2006 era stata la fantastica conclusione per una generazione di uomini dediti al duro lavoro e innamorati follemente della maglia azzurra, ma le due successive edizioni della competizione iridata hanno mostrato tutti i limiti strutturali del nostro sistema nel formare e far crescere al meglio le nuove generazioni. La mancata qualificazione al Mondiale svoltosi in Russia quest’estate è stato poi il definitivo canto del cigno.

La speranza di una rinascita del nostro movimento calcistico passa dai piedi di tutti quei giovani ragazzi che stanno dando il massimo per contribuire a questa causa sportiva. Uno dei simboli di questi rivoluzione è sicuramente Nicolò Barella, centrocampista del Cagliari, che in questi anni sta dimostrando di avere le qualità necessarie a recitare un ruolo da protagonista, contribuendo a riportare l’Italia tra le selezioni migliori del mondo.

Barella nasce il 7 febbraio del 1997 a Monserrato, un piccolo comune di circa 20.000 abitanti in provincia di Cagliari, e la sua carriera, per il momento, si è svolta tutta sul territorio sardo (tranne una piccola parentesi in prestito con la maglia del Como). E’ proprio nella squadra della sua città natale che inizia a muovere i primi passi da calciatore professionista, iniziando a giocare presso la “Scuola Calcio Gigi Riva“.

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Un biondissimo e piccolissimo Nicolò Barella. Fonte Foto: SardegnaSport

Poi nel 2006 (come se il destino volesse già da subito lanciare un forte e chiaro messaggio circa il suo futuro) entra a far parte del settore giovanile del Cagliari, e fin da piccolissimo mostra un’enorme dedizione al lavoro, dando il massimo sia durante gli allenamenti, sia nel corso delle sue prime gare. E’ questo quello che ha raccontato ai nostri microfoni Giorgio Melis, che lo ha allenato quando giocava per gli Allievi:

“Fin da subito si è visto che era un ragazzo di prospettiva, con tanta qualità. Abbiamo lavorato per trovare la migliore collocazione che gli permettesse di esprimersi al meglio il suo potenziale. In mezzo al campo ha giocato in tutte le posizioni, e sapeva sempre muoversi bene in tutte le zone del centrocampo. E’ un ragazzo che si è sempre allenato con il massimo impegno, ha sempre creduto nei suoi mezzi e nelle sue qualità. Non gli ho mai rimproverato nulla, ha sempre dato il massimo in tutti gli allenamenti. E’ un ragazzo che vedeva il calcio come suo unico divertimento, non voleva mai perdere, e si sacrificava sempre per i compagni e per la squadra al fine di ottenere il massimo risultato possibile. Bisogna crederci fin dall’inizio, poi è vero che bisogna avere anche una dote naturale: Nicolò è nato per giocare a calcio”.

Da qui voliamo direttamente alla stagione 2014/2015 quando, a soli 17 anni, Barella esordisce in Serie A. E’ il 4 maggio 2015, e i rossoblù sono impegnati nella gara contro il Parma: il giovanissimo centrocampista calca il verde prato dello Stadio Sant’Elia al minuto 68, circondato dai propri tifosi, e si gode direttamente dal campo la vittoria per 4 a 0 della sua squadra.

Quell’anno però i sardi retrocedono in Serie B, e Nicolò disputa solo 5 match per poi passare in prestito al Como, dove riuscirà a raccogliere 16 presenze prima di tornare a casa. L’anno seguente, contribuisce da protagonista alla salvezza del Cagliari, collezionando due traguardi importantissimi. Arriva la prime rete in massima serie nel corso della sfida contro la Spal (terminata 2 a 0), poi, il 17 dicembre del 2017, in occasione della sfida contro la Roma diventa il più giovane capitano della storia del club a soli 20 anni 10 mesi e 9 giorni.

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Barella è certamente uno dei centrocampisti più completi del panorama calcistico italiano: la sua capacità di governare lo spazio a lui direttamente circostante gli permette sia di gestire con grande tranquillità il possesso della palla, dettando ogni ripartenza, sia di anticipare con i giusti tempi e in modo pulito le traiettorie dei passaggi eseguiti dagli avversari.

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Benassi chiama il passaggio a Badelj, Barella capisce le intenzioni del centrocampista croato e recupera 10 metri in 2 secondi per impossessarsi del pallone.

Una delle sue qualità migliori è sicuramente quella dei contrasti: grazie alla sua abilità nel calcolare al meglio le distanze, riesce molte volte ad intervenire in scivolata senza commettere fallo. In queste prime 10 giornate di Serie A (in cui non è mai sceso sotto la sufficienza), ha vinto il 73,3% dei contrasti e ha portato a termine 19 intercetti, commettendo 15 falli in 895 minuti giocati e subendone 28 (terzo nella top 5 del campionato).

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Kessié, ancora con la maglia dell’Atalanta, parte in una delle sue solite percussioni palla al piede sfruttando la sua forza fisica, Barella lo insegue fino alla sua metà campo e affonda il tackle nel momento esatto, senza commettere fallo.  

Barella è inoltre il fulcro del gioco del Cagliari: da suoi piedi passano la maggior parte delle manovre offensive, e in queste stagioni ha dimostrato di avere anche un’ottima qualità nel servire i suoi compagni, sia nel lungo con precisi cambi di gioco, sia nel breve con key-pass a volte geniali. In queste prime 10 partite ha collezionato 354 passaggi riusciti su 445 totali (una media di successo del 79,6%), anche se non ha ancora realizzato nessun assist: è da questa statistica che si nota come Barella sia molto più importante nelle prime fasi dell’impostazione piuttosto che in quella di conclusione.

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Isla serve Barella al limite dell’area e corre verso il fondo del campo, il classe ’97 conta i secondi e lo serve con uno splendido pallone morbido che scavalca tutta la difesa: l’azione sarà poi conclusa da un colpo di tacco di Sau.

Inoltre il capitano dei rossoblù ha una capacità quasi innata di saltare l’uomo e liberarsi del pressing avversario, anche con giocate di classe. In questa occasione riceve un passaggio troppo corto nei pressi della sua area di rigore, potenzialmente fatale: lui vede arrivare il suo avversario e con una leggerezza unica lo evita esibendosi in una veronica.

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Tra i suoi difetti attuali, tuttavia, vi è forse la scarsa affinità con il gol: Barella è andato a segno soltanto sette volte in carriera (tra le quali vi è però la rete di pregevolissima fattura realizzata contro il Milan), ma la sua poca presenza in area di rigore viene certamente compensata dal suo enorme sacrificio. Il classe ’97 è infatti tra i primi cinque calciatori che hanno percorso più chilometri fino a questo momento (circa 11.729). Inoltre, potrebbe sicuramente migliorare l’aspettodisciplinare, dal momento che è stato ammonito 25 volte da quando calca i campi della Serie A e ha ricevuto due espulsioni: bisogna però considerare che la maggior parte di questi sono comunque stati assegnati per falli tattici.

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Barella ha recentemente esordito con la maglia dell’Italia, in occasione del match di Nations League contro la Polonia dello scorso 14 ottobre, e ha avuto così l’occasione di festeggiare sul campo il ritorno alla vittoria degli azzurri dopo più di un anno. Nicolò non è però una faccia nuova nel giro della Nazionale, poiché ha giocato tutte le categorie, partendo dall’Under 15. Un percorso che ci ha ricordato con grande soddisfazione anche Giorgio Melis:

In casa Italia lui è conosciutissimo, ha iniziato all’età di quattordici anni giocando per tutte le categorie, è sempre stato un punto di riferimento per la Nazionale. Vederlo giocare in prima squadra è una grande soddisfazione per noi, un motivo d’orgoglio perché abbiamo avuto il piacere di allenarlo

CHORZOW, POLAND - OCTOBER 14: Nicolò Barella of Italy in action during the UEFA Nations League A group three match between Poland and Italy at Silesian Stadium on October 14, 2018 in Chorzow, Poland. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Il suo futuro è ancora incerto, e i top club italiani come la Juventus, l’Inter e il Milan hanno mostrato un forte interesse verso uno dei calciatori italiani dal talento più cristallino: il presidente del club sardo, Tommaso Giulini, ha già fissato il prezzo del suo cartellino sulla base di circa 50 milioni. Intanto Barella si gode la sua terra e i suoi tifosi, sognando di diventare un “sardo importante nel mondo“, come, prima di lui, aveva fatto un certo Gianfranco Zola.

Fonte: http://www.mediagol.it/cagliari/focus-il-golden-boy-del-calcio-italiano-nicolo-barella-e-la-maniacale-ricerca-della-perfezione/