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Genoa, Sanabria si racconta: “Devo tutto a mia nonna. La mia esultanza? Tutti i gol sono per…”

Sanabria

Arnaldo Antonio Sanabria Ayala, per tutti solo Sanabria. L’attaccante paraguaiano del Genoa è stato chiamato per sostituire Piatek. Un compito non facile, svolto, per ora, nel modo migliore con due reti alle prime due uscite. Il bomber si è subito ambientato nel Grifone e ha tutte le intenzioni di non smettere di fare bene.

Intervistato da Il Secolo XIX, il classe ’96 si è raccontanto svelando molti particolari della sua vita, non solo professionale.

STORIA – Una carriera iniziata in Paraguay, poi al Barcellona ed infine anche in Italia: “Come nasce il Sanabria calciatore? I miei erano andati in Spagna per lavoro, poi li abbiamo seguiti. Nel La Blanca Subur ho segnato caterve di gol e mi hanno preso al Barça, la squadra che mi ha reso calciatore: sei anni, dagli 11 ai 17. Alla Masia ti danno valori unici”.

AMORE A PRIMA VISTA – L’eredità di Piatek è pesante, ma lui si è subito trovato bene a Genova e con la squadra rossoblù e il campo lo dimostra: “Sì, mi sono sentito subito bene qui, dal primo giorno. Ho avuto la fortuna di fare gol al primo pallone toccato e questo mi ha dato fiducia. Poi ho provato l’emozione di segnare sotto la Nord, il calore del tifo rossoblù ricorda quello sudamericano e sono felice. I compagni mi aiutano tanto e mi rendono tutto più facile e poi conosco già l’italiano e questo aiuta”. Anche in passato, nel 2014, Sanabria fu accostato al Genoa. “Segno del destino? Non lo sapevo. All’epoca avevo solo 17 anni, ero timido e al Sassuolo non andò bene per colpa mia. Ma ora sono pronto, maturo. Al Betis stavo giocando e segnando, con compagni e allenatore era tutto ok ma l’ambiente intorno non mi aiutava. Avevo bisogno di cambiare, so che al Genoa molti attaccanti hanno fatto bene, come anche Piatek. E così non ci ho pensato due volte e sono venuto qui. L’operazione è stata veloce. E ora voglio continuare a fare gol”.

FAMIGLIA E NON SOLO – Reti che vengono festeggiate con le mani che disegnano una M: “Come mai? Per Maria, la mia fidanzata, tutti i miei gol sono per lei”. E a proposito di familiari, c’è una persona in particolare che è stata molto importante nella vita e nella carriera di Sanabria: “La persona più importante è stata mia nonna, Brigida, tutto quello che ho lo devo a lei. Credeva che avrei sfondato nel calcio, ora non c’è più, ma so che ovunque sia è orgogliosa di me e mi segue. Sul collo ho un tatuaggio, una croce con le ali e il nome di mia nonna, il mio angelo”.

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