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Barbieri (Pres. Ascob) ad Agimeg: “Sale Bingo pronte a ripartire con nuovi standard strutturali e di sicurezza. Importante prorogare a costo zero le concessioni per 6 anni e non far crollare così il sistema”

“Se i ristoranti e i bar sono pronti per la fase 2, lo siamo anche noi: le sale bingo sono pronte a ripartire”. Salvatore Barbieri, presidente dell’associazione Ascob (Associazione Nazionale Concessionari Bingo), chiede  a gran voce  che anche le sale da bingo vengano coinvolte nella  Fase 2 che il Governo sta elaborando nella gestione dell’epidemia del coronavirus e che dovrebbe partire a maggio. “Questo non vuol dire che possiamo aprire domani” spiega ad Agimeg, “ma le sale possono attuare tutti i protocolli di sicurezza che il Governo riterrà opportuni, come il distanziamento sociale, i termoscanner all’ingresso, guanti e mascherine per i dipendenti, mascherine per i clienti, la registrazione dei clienti all’ingresso e dei posti occupati all’interno della sala, la distribuzione di gel igienizzante, la sanificazione dei locali. Inoltre c’è l’’idea di poter acquistare le cartelle direttamente al desk e quindi non consegnate dal personale”. Barbieri lancia anche l’idea della riapertura a macchia di leopardo: “ Si potrebbe quindi anticipare la riapertura nelle zone dove ci sono le condizioni migliori: ci sono Regioni che sono state colpite maggiormente dall’epidemia e altre che invece – per fortuna – hanno avuto un impatto minore. Nel caso del gioco, oltretutto, siamo abituati a normative diverse da una Regione all’altra”. Barbieri sottolinea che comunque le sale dovranno modificare profondamente la propria organizzazione: “Una sala con una superficie di almeno 600 mq, in media oggi ha 300 posti. Con le norme per il distanziamento sociale la capienza massima si ridurrebbe a 90 posti. Con le nuove condizioni, però la gestione non sarebbe economicamente sostenibile”. Per questo l’Ascob chiede al Governo una serie di interventi: “è necessario abrogare il canone di proroga e prorogare le concessioni non più di anno in anno, ma per almeno 6 anni. E questo anche perché, come stabilisce il Decreto Liquidità, i prestiti concessi alle aziende dovranno essere restituiti in sei anni. Un’azienda che ha una concessione con un arco temporale di un anno non potrà mai accedere a tali finanziamenti. Insomma oggi è impensabile ipotizzare una gara per le nuove concessioni del bingo visto che alla riapertura delle attività, non ci dovessero essere interventi a sostegno, potrebbero non riaprire la metà delle sale. Quindi sarebbe una gara dimezzata anche per quel che riguarda le aspettative erariali”. Barbieri chiede poi di ripristinare il pagamento rateizzato delle cartelle a 90 giorni, e  “la possibilità per le sale di chiedere la sospensione della concessione bingo per tutto il periodo in cui rimarranno in vigore le limitazioni dettate dall’emergenza, poiché  alcune sale in questa fase probabilmente non sarebbero in grado di riaprire e resistere”. E ancora, è necessario rilanciare il gioco del bingo: “bisogna  riprendere quelle formule rimaste nel cassetto per anni, come il bingo elettronico e il bingo nazionale. Misure che possono aiutare a garantire i livelli occupazionali: oggi contiamo 10mila dipendenti diretti, e 2mila indiretti. Non possiamo promettere che saremo in grado di preservare ogni singolo posto di lavoro, anche perché questa deve essere una missione-prova. L’unica cosa che possiamo dire è che il processo di riorganizzazione delle sale potrà creare anche delle nuove posizioni lavorative e quindi una riconversione del personale per rispettare il decalogo delle nuove norme”. lp/AGIMEG

L’articolo Barbieri (Pres. Ascob) ad Agimeg: “Sale Bingo pronte a ripartire con nuovi standard strutturali e di sicurezza. Importante prorogare a costo zero le concessioni per 6 anni e non far crollare così il sistema” proviene da AGIMEG, Agenzia Giornalistica sul Mercato del Gioco.

Fonte: https://www.agimeg.it/bingo/governo-emergenza-coronavirus-maggio-bingo-gioco-azzardo

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