Ibrahimovic rivela e punge: “Potevo andare al Manchester City. Quelli della classe ’92? Hanno fatto il loro tempo…”

Interessante intervista rilasciata da Zlatan Ibrahimovic al Mirror. L’attaccante dei LA Galaxy si è raccontato riguardo la sua passata esperienza in Premier League e non solo. Dalla scelta di non andare al Manchester City, all’attualità del Manchester United con annessi consigli e stoccate, degne del solito Zlatan…

RETROSCENA – “Ho avuto la possibilità di andare a Manchester City quando ero a Barcellona, ​​ma dopo quel periodo in Spagna, ​​avevo bisogno di trovare la felicità. Sapevo che tornando in Italia sarei stato felice. Se fossi andanto al Manchester City non avrei saputo se lo sarei stato perché era un posto diverso che non conoscevo. Sarebbe stato un nuovo club, anche quello di Milano è vero ma conoscevo già la città perché avevo rrascorso tre anni all’Inter, conoscevo il Paese, quindi ho preso la scelta più sicura”.

MANCHESTER UNITED – Parlando, invece, dell’attualità dei Red Devils, squadra che lo ha accolto nel 2016: “Credo che Paul Pogba abbia il potenziale per diventare il migliore giocatore nel suo ruolo. Si allena bene, è un tipo positivo, ascolta, vuole migliorare e vincere. Cerca di essere protagonista in ogni partita. Quello che succede fuori? Non lo deve disturbare, quando si arriva a questi livelli non devi lasciarti infastidire dalle voci. Tanto di te parleranno tutti sempre bene, male o nella normalità delle cose”. E sul giovane Rashford: “Lui è il futuro del Manchester United. Inizialmente era molto più individualista, ora sta giocando di più per la squadra e sta utilizzando meglio le sue qualità. Ha un grande potenziale, credo che non abbia limiti. È speciale visto che arriva direttamente dal settore giovanile del club”.

CLASSE ’92 – Ma poi Ibrahimovic, punge chi, al Manchester United ha fatto la storia, la cosiddetta Classe del ’92: “Devono capire che non sono più nel club. Ora sono in tv e si lamentano tutto il tempo perché non sono più parte attiva nel club. Se vuoi lavorare nel club, vai a cercare lavoro e di conseguenza non apparire sempre in tv a lamentarti e criticare sempre. Tutto ciò che accade allo United viene giudicato dall’era di Ferguson. Tutti dicono: se Ferguson fosse qui, questo non accadrebbe. Hanno fatto il loro tempo”.

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