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Intervista esclusiva al Professor Matteo Bassetti (Dir. Clinica Malattie Infettive Ospedale San Martino di Genova). Per il contenimento dei contagi non ha senso chiudere attività come le sale giochi, meglio puntare su protocolli e Green Pass

Vaccino si, vaccino no, green pass, variante Delta: l’informazione sull’emergenza sanitaria spesso ci travolge con dichiarazioni e dati in contraddizione tra di loro. Ma tra coloro che hanno sempre cercato di fare chiarezza sulla delicata questione dell’emergenza sanitaria e di spiegare in maniera diretta e comprensibile a tutti quali sarebbero i comportamenti migliori da adottare, potendo vantare un curriculum professionale di altissimo livello, c’è certamente il Professor Matteo Bassetti, Direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova. Il Professor Bassetti, ospite di diverse trasmissioni televisive importanti come uno dei massimi esperti italiani in tema di malattie infettive, ha rilasciato una interessantissima ed esclusiva  intervista al direttore di Agimeg Fabio Felici, nella quale si è parlato dello stato dell’arte e dell’evoluzione che avrà l’emergenza sanitaria ma anche delle problematiche legate al settore del gioco pubblico.
Professore lei da tempo si batte per una informazione corretta sulla questione Covid e proprio grazie ad i suoi interventi ha permesso a moltissimi italiani di affrontare l’emergenza nel modo corretto. La prima domanda che voglio farle e proprio relativa al’informazione. Un certo tipo di vaccino ok per un fascia di età, poi la fascia si cambia, il mix di vaccini prima è sconsigliato poi promosso, ecc Accanto a tutto questo si aggiungono titoli ed articoli che enfatizzano più i rari casi di effetti nocivi della vaccinazione che quelli positivi. Non crede che tutto questo abbia contribuito a far nascere paure ed incertezze che hanno portato milioni di italiani a non vaccinarsi o quantomeno ad avere dei dubbi?
“Sicuramente l’informazione non ha funzionato e la responsabilità mi pare sia un po’ di tutti. In primis probabilmente gli enti regolatori, sicuramente Aifa ma anche il Cts, lo stesso Ministero. Hanno fatto un po’ di confusione almeno nella prima fase. Sul vaccino Astrazeneca, prima ai 50, poi ai 60, poi di nuovo ai 50, poi ai maschi, poi alle femmine, cambi di rotta che non hanno certamente aiutato. Ci si è messa poi anche l’informazione ed il web e alcuni giornali che per acchiappare qualche like o per vendere qualche copia hanno messo in prima pagina spesso gli eventi negativi del vaccino senza mai mettere quelli in qualche modo positivi. E quindi ecco scoppiare casi come i decessi in Sicilia, che poi si è scoperto essere anche non legati al vaccino ma che al quale è stata data un’enfasi forse esagerata.
E tutto questo fa sì che oggi in Italia ci sia una pattuglia di italiani, anche molto ampia, che non dico siano no vax, ma è “ni vax” o forse “free vax” che sono scettici sul vaccino. Anche perché ascoltano la disinformazione che purtroppo viene fatta a mio parere da molti politici, da alcuni giornalisti, da alcuni colleghi medici che io non definisco neanche tali e da alcuni ciarlatani che vanno raccontando le storie più disparate.
Il fatto che il vaccino sia sperimentale, che ti può cambiare il patrimonio del Dna, fino alle stupidaggini che se metti il cellulare dove fai il vaccino sulla spalla ti rimane attaccato. Queste cose fanno il paio con quelle che dicevano che il virus viaggiava sul 4G e sul 5G o che il Coronavirus si curava con gli estratti di erbe o con le vitamine. La cosa che mi dispiace è che questi che hanno detto le stupidaggini più grosse sul Coronavirus sono gli stessi che le dicono anche per i vaccini.
Quello che dico ai cittadini è, fate attenzione da dove arrivano le informazioni perché oggi fare una comunicazione sbagliata sui vaccini vuol dire perdere un’opportunità. Perché oggi chi non si vaccina perde un’opportunità. E’ libero di farlo perché ognuno è libero di decidere sul proprio destino però sappiano che oggi non vaccinarsi e pensare che i vaccini siano la quintessenza del male o che abbiano non si sa quali effetti collaterali vuol dire mettere la propria vita a repentaglio, perché è evidente che a settembre-ottobre ci sarà una ripresa dei contagi ed evidentemente poi ci sarà anche una ripresa della circolazione del virus. Speriamo che le persone più fragili siano coperte. Ci saranno certamente meno ospedalizzazioni e ricoveri però, seppur minori sono i rischi di contrarre delle forme gravi, qualche problema ci sarà lo stesso. Allora io dico sempre, se posso evitare di sperimentare se la cintura di sicurezza funziona, evitando di andare contro un muro, sinceramente lo faccio e quel muro lo evito. E oggi per evitare di prendere quel muro, bisogna vaccinarsi”.
Le aziende che offrono gioco pubblico in Italia sono state chiuse, tra i due lockdown, per circa 350 giorni in meno di un anno e mezzo. Sono state le prime attività ad essere chiuse e le ultime ad essere riaperte. Tutto questo nonostante non si sia registrato un focolaio di Covid in nessuna sala Italia, tutto questo nonostante i protocolli rigidissimi a cui sono sottoposte. Adesso, con la nuova variante, già si parla di possibili nuove chiusure. Le volevo chiedere proprio questo, secondo lei la chiusura delle aziende di questo settore, come probabilmente per altre attività assimilabili, è davvero necessaria per il contenimento del virus o si potrà lavorare anche con il virus in circolazione?
“Dobbiamo imparare a convivere con il virus. Credo che il messaggio che deve arrivare sia convivenza, che vuol dire non rimanere terrificati e allarmati da una ripresa dei contagi che c’è in questi giorni e che probabilmente ci sarà nelle prossime settimane, ma è evidente che quella dei giochi è una delle attività che dovrebbe essere in qualche modo legata al Green Pass. Hai il Green Pass, sei vaccinato, con la doppia dose ovviamente o hai fatto il Covid e hai gli anticorpi oppure hai un tampone negativo fresco, allora questa attività la puoi fare. Credo che il Green Pass sia oggi lo strumento attraverso il quale le attività di questo tipo non debbano più richiudere. Poi naturalmente ci saranno i protocolli per evitare che la gente si metta una sopra l’altra o che ce ne siano troppe all’interno di queste sale, ma credo che con il Green Pass si possa ragionevolmente lavorare per non chiudere più”.
Un tema molto caldo in queste ore è quello del Green Pass. Qual è la sua opinione sulla possibile introduzione del Green Pass per molte attività, comprese quelle di gioco pubblico? Può essere uno strumento per evitare, in caso di peggioramento dei dati, nuove chiusure delle attività?
“Credo che del Green Pass ci sia la necessità, non l’opportunità. Perché il nostro paese non si può più permettere chiusure, non si può più permettere di decidere che per tre mesi al ristorante non si va più, così come allo stadio e altre attività come quella del gioco. Questo non è più possibile perché ormai il principio che dobbiamo avere è quello della convivenza. E la convivenza con il virus è fatta ovviamente di vaccinazione, di prevenzione e di Green Pass. Il Green Pass, paradossalmente, tutela di più il non vaccinato rispetto al vaccinato perché quest’ultimo fa una serie di attività che potrebbero essere a rischio, ma il fatto di essere vaccinato in qualche modo lo mette in protezione. Anche se ci dovesse essere un contagio che viaggia da un vaccinato ad un altro, tutto sommato non sarebbe così grave perché nel vaccinato i sintomi gravi e quindi i ricoveri non ci saranno. Come dicevo il Green Pass finisce di tutelare maggiormente proprio chi non è vaccinato, non consentendogli evidentemente di andare in strutture dove si può contagiare. Credo quindi che il Green Pass sia veramente la risposta per tornare a fare tutto quello che facevamo prima e soprattutto è la risposta per non chiudere più e quindi non trovarsi ad ottobre con un terzo lockdown”.
Professore per concludere volevo farle la classica domanda da un milione di dollari. Usciremo mai da questo incubo o nuove varianti e nuove virus cambieranno per sempre il nostro modo di vivere?
“Io credo che ne siamo già usciti, nel senso che stiamo parlando oggi di un aumento significativo dei contagi ma se guardiamo l’Inghilterra che ha riaperto tutto il 19 luglio, nonostante ci fossero oltre 30mila contagi al giorno con un grande impatto della variante Delta, questo è successo perché la gente è vaccinata. Noi ne stiamo quindi già uscendo, l’importante è che la gente si convinca che il modo per convivere nel futuro in un mondo in cui il virus è presente, è quello di viverci da vaccinati. Se non ci rendiamo conto di questo, vuol dire che vogliamo continuare a vivere con i bollettini, le chiusure e con gli ospedali che esplodono. Io personalmente di bollettini, chiusure ed allarmismi ne voglio fare volentieri a meno ed il modo per farne a meno è quello di vaccinarsi”.
Quando si parla di informazione bisogna sempre fare attenzione da chi ci arriva. Se a parlare dell’emergenza sanitaria è un luminare ed grande professionista come il Professor Matteo Bassetti, informazione e verità sono certamente dei sinonimi. ff/AGIMEGThe post Intervista esclusiva al Professor Matteo Bassetti (Dir. Clinica Malattie Infettive Ospedale San Martino di Genova). Per il contenimento dei contagi non ha senso chiudere attività come le sale giochi, meglio puntare su protocolli e Green Pass first appeared on Agenzia Giornalistica sul Mercato del Gioco – AGIMEG.

Autore: simonetta
Fonte:https://www.agimeg.it/politica/intervista-professor-matteo-bassetti-vaccino-chiusure-attivita-green-pass-sale-giochi

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