Juventus, la confessione di Sissoko: “Pentito di avere lasciato la Vecchia Signora. PSG? Se tornassi indietro non firmerei”

Momo Sissoko ricorda la sua esperienza in bianconero.

8 anni fa, l’ex numero 22 della Juventus, lasciava la Serie A per approdare in Ligue 2. Dopo aver collezionato 100 presenze e 3 gol con la maglia della Vecchia Signora, il giocatore, si apprestava ad iniziare la sua nuova avventura al PSG: club appena acquistato dal Qatar Sport Investment con un progetto convincente e un’enorme disponibilità economica che gli aveva permesso di sborsare ben 8 milioni per aggiudicarsi le prestazioni del centrocampista maliano.

Una scelta di cui lo stesso classe ’85, oggi in forza al Sochaux, ha parlato durante un’intervista concessa ai microfoni del quotidiano francese “Le Parisien”.

“Se potessi cambiare qualcosa non firmerei mai per il PSG. Ho creduto nel progetto del Qatar e non si sono reso conto di quanto la Juve fosse abbastanza per me. Non avrei mai dovuto lasciare Torino. E’ stato frustrante a Parigi – ha continuato Sissoko – perché non ho giocato quanto avessi voluto. Eppure ero arrivato per aiutare la squadra, provenivo dalla Juventus. Ha inciso anche il mio voler giocare per la nazionale del Mali. Non mi pento di aver indossato quella maglia, nonostante fossi nato in Francia, ma qualcosa è cambiato da quel momento. Mi hanno visto come uno straniero. Invece la doppia cultura è ricchezza, possiamo amare due paesi“. Il racconto si fa duro. “Le cose non mi stavano andando bene, non avevo offerte. Ero a casa e non era bello. Nessuna squadra mi voleva in Europa; ho ricevuto proposte dalla Cina, India dove ho vissuto tre mesi con in un livello molto basso, sembrava un campionato per pensionati.  Poi ci sono stati sette mesi in Indonesia (Mitra Kukar) e lì ho scoperto una nuova cultura. Ho giocato anche in Messico, in seconda divisione ed il livello era molto buono, c’erano stadi con 40mila spettatori e la mia squadra valeva un L1 francese. Ma poi, ho ricevuto solo un’offerta da un club di Hong Kong; lì il livello era dilettantistico. Il mio sguardo al calcio è cambiato“.