La perdita di un genitore è un dolore difficile da sopportare. Servono tempo e pazienza per elaborare un lutto che inizialmente pare insormontabile. A volte si vorrebbe abbandonare tutto, spegnere i cellulari, rendersi irreperibili e rimanere soli con i propri pensieri e con la propria tristezza. Ed è ciò che con ogni probabilità avrebbe voluto fare Marco Ricci.
Ricci è un arbitro di Serie C e aveva da pochi giorni perso suo padre. Avrebbe avuto tutte le ragioni per non scendere in campo ma lui ha deciso, comunque, di rispondere ‘Presente’ alla chiamata del designatore arbitrale, che gli ha assegnato il match tra Fermana e Sudtirol, domenica scorsa in Serie C. Ma dopo 90 minuti trascorsi a trattenersi, Ricci è scoppiato in un pianto liberatorio. Al triplice fischio l’arbitro ha cominciato a singhiozzare, portando la mano sul volto, tra lo stupore dei calciatori e dei presenti sugli spalti.
La gara è finita 0-0 e dopo essere scoppiato in lacrime in mezzo al terreno di gioco, l’arbitro si è scusato con dirigenti e calciatori delle due formazioni, che però hanno dimostrato solidarietà e comprensione. Ma ciò che ha sorpreso di più è stata la lucidità di Ricci: una direzione impeccabile, senza alcuna sbavatura. Un vero esempio di professionalità e abnegazione, testimonianza che il proprio compito può essere portato a termine con dedizione, nonostante le inevitabili asperità della vita.
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