La nuova Champions League è appena nata, ma fa già discutere. L’edizione 2018-2019 ha segnato il debutto della nuova formula, con nuove fasce orarie e ingresso diretto, senza turni preliminari, né playoff, per le prime quattro squadre delle classifiche dei campionati nazionali delle prime quattro nazioni del ranking Uefa, Spagna, Germania, Inghilterra e Italia.
L’associazione delle leghe calcistiche europee (Epfl), riunitasi in direttivo, ha però manifestato il proprio dissenso per questa formula, dichiarandosi “fortemente contraria” e chiedendo all’Uefa di tornare “a un format più equo” che riservi più spazio anche ad altre federazioni. Nel mirino in particolare i quattro posti per Germania e Italia, che portano di rado più di una squadra tra le prime quattro o otto.
L’obiettivo è quello di garantire “maggiori profitti” non solo ai top club d’Europa: “Un cambiamento è assolutamente necessario – ha detto il , -, basti pensare che “Il 48% delle somme elargite dall’Uefa in Coppa Campioni e Champions dal 1992 a oggi è andato a soli 14 club. Così la competitività viene meno, urge un cambiamento” ha dichiarato George Pangl,segretario generale dell’associazione.
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