Liverpool, l’ex José Enrique sta lottando contro un tumore

La sua carriera si è interrotta ad appena 31 anni a causa di un ginocchio che proprio non gli voleva dare tregua, ma con quasi 200 presenze in Premier League e una cinquantina in Liga, José Enrique, ex difensore tra le altre squadre del Liverpool, può dirsi soddisfatto del percorso avuto nel mondo del calcio, pur non essendo mai riuscito a debuttare con la Nazionale spagnola. Di sicuro, il giorno dell’annuncio del ritiro, nel settembre 2017, non era possibile immaginare che la vita avrebbe presentato all’ex difensore nativo di Valencia una prova ben più difficile da superare, quella di vincere una forma rara ed infida di cancro al cervello, che José Enrique ha scoperto per caso.
L’ex Reds ha informato i propri followers attraverso i social solo sabato mattina, ricevendo immediate testimonianze di solidarietà da tanti ex compagni, tra i quali Suso e Suarez, insieme a Enrique a Liverpool.

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A Marca, Enrique ha svelato di aver scoperto tutto, e si spera, risolto in appena un mese: l’intervento chirurgico è durato 9 ore ed ha rimosso il tumore che si era annidato dietro all’occhio: “Ho passato le settimane più brutte della mia vita, è successo tutto rapidamente, la diagnosi e poi l’intervento. Cose così aiutano a vedere la vita in un altro modo. Un calciatore spesso non si accorge di vivere su una nuvola, ci si sente invincibili”.

Enrique, noto agli appassionati inglesi per aver giocato anche con il Newcastle, oltre che per cinque stagioni ad Anfield, ha concluso la carriera con il Real Saragozza, per poi iniziare a collaborare con l’agenzia di scouting del fratello. La drammatica scoperta è avvenuta proprio in Inghilterra: “Eravamo con Chris Hughton, tecnico del Brighton e mio ex allenatore al Newcastle. Quella notte cominciai ad accusare il dolore alla testa, ma quando tornai in albergo pensavo si trattasse di una semplice emicrania, ma la mattina dopo iniziai a vedere doppio. Andai al pronto soccorso e dopo nove ore e tutti gli esami del caso i medici si accorsero che un vaso sanguigno si era chiuso. Il tumore si era annidato in una zona molto delicata. C’era il rischio di perdere la vista, sono stato immobile a letto per cinque giorni. Ora mi sto riprendendo. La vita è molto preziosa”.

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