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Manchester City, Sterling: “Infanzia dura senza un padre. Guardiola? Ti stimola a fare sempre meglio”

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Un presente da star, con alle spalle però un passato complicato. Stiamo parlando dell’attaccante del Manchester City Raheem Sterling, che, alla rivista GQ, ha parlato del lutto che lo ha colpito quando aveva appena due anni, con il padre ucciso a colpi di arma da fuoco. Poi alcuni anni trascorsi in Giamaica assieme alla nonna e alla sorella, con la madre trasferitasi in Inghilterra per completare gli studi. Solo a cinque anni Sterling potè ricongiungersi alla figura materna a Londra.

PADRE  – “Non ho ricordi di mio padre. A volte è difficile, ma tutto accade per una ragione. Ora, avendo io dei figli, sono sicuro di riuscire a dare loro quell’amore paterno che a me è mancato. Credo che questo mi abbia aiutato a sentirmi meglio”.

INGHILTERRA – “All’inizio fu difficile, la scuola era diversa. In Giamaica c’era zero tolleranza, ci sono stati momenti brutali”.

PRESENTE – “Adesso sono grato di poter far sì che mia madre, la persona più importante della mia vita, possa non dover lavorare, anche se a volte lo fa ancora per sostenere la mia famiglia”.

GUARDIOLA – “Esige molto da me, ma è un fattore positivo: ti stimola a fare ancora meglio, a dimostrare ogni volta il tuo valore”.

AMICIZIE – “Le amicizie nel calcio sono rare, è difficile avvicinarti ai tuoi compagni di squadra. Mi piace stare con i miei amici, che sono ragazzi normali. Se c’è una cosa che non sopporto, questa è l’ego”.

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