È durata poco meno di tre ore l’udienza del Milan presso Adjudicatory Chamber dell’UEFA, volta a contenere i danni nel processo per il mancato rispetto dei paletti del Fair Play Finanziario imposto dal massimo ente calcistico europeo. Dopo il no di Nyon al settlement agreement, la società ha lavorato duro nelle ultime tre settimane per produrre un dossier e ragioni valide al fine di evitare la sanzione più dura, ovvero l’esclusione dall’Europa League dopo la qualificazione ottenuta sul campo in campionato. All’audizione la delegazione rossonera era composta dall’ad Marco Fassone, dal direttore finanziario del club, Valentina Montanari, dal responsabile del gruppo legale Milan, Roberto Cappelli, e da Andrea Aiello, avvocato dello studio GOP (Gianni Origoni Grippo Cappelli).
L’udienza si è basata sulle rassicurazioni di dirigenti e legali del Milan sul fatto che la continuità aziendale sarebbe garantita dal fondo Elliott qualora Yonghong Li non riuscisse a garantire l’estinzione con lo stesso Elliott per l’acquisto del club, ma le sensazioni sembrano molto negative. La sentenza è attesa entro venerdì 22 giugno: l’organo giudicante, presieduto dal portoghese José Narciso da Cunha Rodrigues, è composto da tre giudici, un avvocato e un politico. La decisione finale viene presa a maggioranza semplice, le astensioni non vengono conteggiate e in caso di parità decide il voto del presidente che ha il cosiddetto potere di “casting vote”. In caso di bocciatura del Milan l’Atalanta sarebbe promossa direttamente ai gironi di Europa League con l’ammissione della Fiorentina al secondo preliminare, ma il club rossonero è pronto a rivolgersi al TAS di Losanna.
Milan, Fassone a Nyon per il processo UEFA
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