Milan, Scaroni: “Non saremo assolti dall’Uefa. I premi dell’Europa League sono sospesi”

Momento delicato in casa Milan. Dentro e fuori dal campo. Mentre si “festeggiano” tre mesi dal cambio di proprietà, la sconfitta nel derby, e il distacco già sensibile in classifica dai primi posti (al netto della partita da recuperare contro il Genoa) ha aperto un potenziale fronte di crisi, da spazzare via magari già in Europa League contro il Betis.

Intanto, giovedì è stato il giorno dell’assemblea dei soci, occasione utile per permettere al presidente Paolo Scaroni di affrontare diversi temi tra i quali l’attesa per le decisioni dell’Uefa per il mancato rispetto del Fair Play Finanziario. Il ritardo del Tas nella pubblicazione delle motivazioni della sentenza che ha ribaltato l’esclusione dall’Europa League non sta piacendo ai piani alti di Nyon, da dove prima o dopo una punizione per il club rossonero arriverà, come ha anticipato Scaroni: “La partita con la Uefa non è finita, dopo essere stati graziati con la partecipazione all’Europa League. Il nostro caso è stato rinviato agli stessi giudici che ci avevano già condannato. Entro la fine dell’anno dovremmo conoscere il tipo di sanzione che la Uefa dovrebbe infliggerci, difficilmente saremo assolti. Per questo abbiamo già accantonato a bilancio 18 milioni di euro. Non necessariamente la sanzione sarà pecuniaria, ma un provvedimento ci sarà. In attesa della camera giudicante, i giudici hanno momentaneamente sospeso i ricavi che ci spetterebbero dall’Europa League. I ricavi di questa sera non possiamo metterli a bilancio, perché siamo in attesa della sentenza Uefa. Sono soldi in garanzia. Sono stati trattenuti 2,5 milioni di euro”.

Notizie non buone vengono dal bilancio, chiusosi con un rosso di 126 milioni. “La società ha perso più di un terzo del capitale: contiamo di ripianare il passivo per 39,5 milioni mediante l’utilizzo delle riserve, per la parte residua utilizzeremo i versamenti estivi”.

Un accenno anche allo stadio, oltre che alla volontà di rifarsi una “reputazione” in Cina: “Mi piacerebbe aver preso una decisione sullo stadio per la fine di quest’anno. Disporre di uno impianto moderno ed efficiente è uno strumento fondamentale. Consideriamo la Cina un mercato fondamentale, ma quanto fatto fino ad oggi rischia di darci una cattiva reputazione: per questo sposteremo la sede da Pechino a Shanghai per dare un segno di discontinuità”.

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