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Mondiale 2002, l’ex arbitro El Ghandour: “Io corrotto? La mia religione me lo vieta e comunque ero ricco…”

El-Ghandour

A ognuno la sua Corea. Che nella fattispecie è sempre la stessa, ma che ha provocato lo stesso “dolore”.

Se il Mondiale 2002 per l’Italia è legato al ricordo dell’arbitraggio dell’ecuadoregno Byron Moreno nell’ottavo di finale contro la Corea del Sud, nel turno successivo la Spagna ha conosciuto le stesse delusioni e sofferenze affrontando i padroni di casa e dovendo sopportare la direzione arbitrale dell’egiziano Gamal El Ghandour.

La Corea ebbe la meglio ai rigori, ma al termine di 120′ di decisioni contrarie alla Spagna (due reti annullate, una delle quali, durante i supplementari, sarebbe stata il golden-goal della qualificazione), che fecero alla fine saltare i nervi a parecchi giocatori.

La trasmissione “Los Otros”, in onda su Movistar+, è andata a intervistare El Ghandour, oggi 61enne, formulando la domanda più diretta possibile: “Ci fu corruzione?”. Il tutto nell’ambito di un documentario dal titolo chiarissimo: “Enemigo El Ghandour”.

La risposta del diretto interessato, che oggi fa il commentatore per tv saudite ed egiziane, è stata pacata, ma sdegnata: “Sono musulmano e non conosco questa parola. E comunque quell’anno si guadagnava 45.000 dollari. Si può mai pensare che un arbitro venga corrotto in un Mondiale? Non voglio neppure parlare di cose del genere…”.

Limitatamente all’aspetto tecnico della direzione, El Ghandour ha poi provato a discolparsi: “Tutti pensano che il responsabile dell’eliminazione della Spagna sia stato io. Ma in realtà molte decisioni sbagliate sono state prese dagli assistenti…”.

Il riferimento è a Michael Ragoonath di Trinidad e Tobago, che annullò le due reti alla Spagna.

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