Il Mondiale della Nigeria è finito tra mille rimpianti per la sconfitta subita nel finale contro una non irresistibile Argentina che ha impedito alle “Super Aquile” di di raggiungere il traguardo degli ottavi di finale, toccato nelle due precedenti edizioni.
Ma ci sono cose che vanno al di là del calcio, anche quando questo diventa una professione. Come gli affetti familiari e allora queste sono ore di ritrovata serenità per il capitano della Nigeria in Russia, John Obi Mikel. L’esperto centrocampista ex del Chelsea, infatti, ha potuto riabbracciare il padre che era stato rapito da un gruppo di malviventi venerdì della scorsa settimana, tre giorni dopo l’eliminazione dal Mondiale.
Michael Obi Mikel era stato sequestrato assieme al proprio autista, Ishaya John, sulla strada di Jos. Per liberarlo, i rapitori avevano chiesto un riscatto di 10 milioni di sterline, ma lunedì sera la polizia di Enogu lo ha liberato grazie a un blitz. Un blitz drammatico, come ha spiegato Ebere Amaraizu, portavoce della polizia locale: “Nel corso del salvataggio – ha detto Amaraizu – c’è stato uno scontro a fuoco tra gli agenti di polizia e i rapitori”.
“È stato accertato che Michael Obi e il suo autista sono stati rapiti lungo la strada Makurdi-Enugu Road nel pomeriggio del 29 giugno – ha aggiunto Amaraizu – E che l’uomo è stato condotto verso una destinazione sconosciuta attraverso la fitta foresta della zona”.
Nigeria-Argentina, paura per Maradona
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