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Palermo in Serie C, la Corte della discordia fa tremare i rosa. Il giudice Caso: “Sarò terzo e imparziale”

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L’astensione di Sergio Santoro ha allungato l’attesa per un verdetto sul Palermo Calcio e provocato un vero e proprio scossone all’interno del collegio giudicante della Corte federale d’appello, con l’ingresso di un membro originario di Salerno.

Notizia che certamente non ha fatto molto piacere ai tifosi palermitani, considerando i vantaggi che la Salernitana potrebbe ricevere da una conferma della retrocessione in Serie C proprio dei rosanero. La rettitudine del giudice Luigi Caso però, intervistato da Il Giornale di Sicilia, non può e non deve essere messa in discussione dal luogo di nascita: “Faccio il magistrato da circa trent’anni, ho gestito cause grosse su grandi appalti e questa non è certo la prima di una determinata rilevanza. Non ho mai avuto problemi nell’essere sempre terzo e imparziale, quindi non sono turbato. Mi comporterò con correttezza, come sempre“.

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Nessun passo indietro, quindi, a differenza del presidente Santoro, astenutosi per la pubblicazione di alcune notizie in merito ad un’inchiesta nella quale risulta indagato, e di una concittadina dello stesso giudice Caso. Virginia Zambrano, presidentessa della quinta sezione del Collegio di garanzia dello sport del Coni, ha infatti annunciato di non voler prender parte al giudizio in merito allo svolgimento dei play-out proprio per evitare polemiche relative alle sue origini salernitane: “Rispetto la collega – prosegue Casoma se andiamo su questo campo diventa complicato. Potrei dire di avere un fratello che vive in un’altra città italiana, una suocera che vive da un’altra parte, mia moglie da un’altra ancora. L’incompatibilità per aver svolto attività federali per una certa squadra sarebbe concreta, il fatto territoriale mi sembra invece poco. Ho tanti amici siciliani, a questo punto sarei incompatibile con mezza Italia“.

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Sempre secondo quanto riferito dal noto quotidiano regionale, la sua posizione parrebbe ovviamente ben diversa da quella che ha portato all’astensione di Santoro, sebbene le notizie su un’indagine a carico del presidente della Corte federale d’appello risalgano in realtà allo scorso mese di gennaio: “Nonostante ciò Santoro non ha ritenuto necessario astenersi lo scorso 16 maggio, quando la stessa corte rigettò l’istanza di sospensiva presentata dai legali del club rosanero. Lo ha fatto solo giovedì, pochi minuti dopo l’avvio dell’udienza, con la nomina di un altro presidente (Paolo Cirillo, anch’egli di origini salernitane) che ha dovuto ricomporre il collegio, con la “new entry” del giudice Caso: «Ero in un altro collegio mezz’ora prima. Fisicamente ero lì e credo che il presidente mi abbia chiesto di rimanere per comporre un nuovo collegio nel modo più rapido»“.

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Una rapidità che sicuramente il Palermo Calcio avrebbe voluto essere tale da poter celebrare nella stessa giornata il dibattimento, ma questo non è stato possibile proprio perché il nuovo membro doveva studiare le carte del processo: “Da un lato le memorie difensive della società, che ha allegato ad esse la sentenza della Cassazione secondo cui non vi sono «elementi obiettivi per ritenere che l’operazione» riguardante Mepal e Alyssa «sia fittizia». Dall’altro le accuse della Procura federale, che ha anche presentato ricorso sull’inammissibilità del deferimento a carico di Zamparini: le tesi dei pm si basano sulla perizia che la Procura di Palermo ha affidato al consulente Colaci, anch’egli indagato e interdetto per un anno su decisione del Tribunale del riesame di Roma, provvedimento non esecutivo in attesa del ricorso in Cassazione“.

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Tutti questi elementi verranno discussi mercoledì, quando il club di Viale del Fante conoscerà con certezza l’esito del ricorso in merito alla decisione del Tribunale federale nazionale di retrocedere i rosanero in Serie C. Un rinvio che ha deluso la società siciliana ed ha beffato le centinaia di tifosi giunte a Roma per dare un sostegno alla propria squadra del cuore: “Mi spiace per tutti quelli che sono comprensibilmente preoccupati – conclude il giudice Casocapisco anche chi è venuto a Roma. Certe questioni, però, vanno affrontate per quello che sono, cioè una verifica delle norme e di conformità dei comportamenti. Queste vicende le trattiamo come le cause penali e i grandi appalti, sempre con massima oggettività“.

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Fonte: http://www.mediagol.it/palermo/palermo-in-serie-c-la-corte-della-discordia-fa-tremare-i-rosa-il-giudice-caso-saro-terzo-e-imparziale/