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Parma-Juventus, parla il doppio ex Palladino: “Io che divisi la camera con Ibrahimovic…”

Palladino

A 34 anni Raffaele Palladino non vuole sentir parlare di addio al calcio. Reduce dalla breve e sfortunata avventura allo Spezia, l’attaccante napoletano è svincolato e si sta allenando da solo, in attesa di una chiamata, che magari possa sfociare in un sogno come quella del Crotone, che nel 2016 lo imbarcò nella seconda parte della stagione per volere del suo ex compagno al Genoa Ivan Juric, facendolo partecipe della storica promozione in A.
Intanto, alla vigilia di Parma-Juventus, Palladino ha parlato da doppio ex al sito Gianlucadimarzio.com, aprendo il libro dei ricordi, a cominciare dall’approdo alla Juventus a 16 anni, un’avventura sfociata nel debutto in prima squadra e al sogno di condividere lo spogliatoio con tanti campioni. E la camera con uno in particolare…:

MODELLO JUVENTUS – “Del periodo alla Juve ricordo tutto benissimo. Avevo 21 anni ed ero reduce dalla mia prima avventura in A con il Livorno. Se mi aspettavo una rinascita del genere? Non in così poco tempo, ma ne ero sicuro sarebbero tornati. Conosco la mentalità dei dirigenti e della famiglia Agnelli e di Nedved, mio ex compagno. So la fame che hanno di vincere, la voglia di primeggiare. Sono arrivato alla Juve a 16 anni. Non mi hanno trascurato in nulla, dalla scuola al calcio. Quando entri lì dentro diventi professionista per forza, è una grande scuola di vita”.

AMICO ZLATAN – “Con Deschamps fu amore a prima vista. Ero il sesto attaccante nella gerarchia, venivo dietro anche a Bojinov e Zalayeta, avevo tante richieste, ma lui mi vide in ritiro e mi disse: ‘Tu rimani qua’. Ed è stato di parola, perché giocai tanto e segnai. A inizio ritiro, prima che andasse all’Inter, con noi c’era anche Ibrahimovic e con lui divisi la camera: Zlatan è un tipo particolare, non lega con tanti, ma con quei pochi con cui lo fa è una persona vera, sincera, di cuore. Era uno dei miei idoli” Ricorderò per sempre la festa-promozione ad Arezzo, al termine di una cavalcata dispendiosa, soprattutto psicologicamente. Ma vedere la Juventus in B era troppo strano”.

INCUBO PARMA – Dopo tre anni al Genoa, Palladino approdò al Parma nel gennaio 2011. Tutto bene nelle prime tre stagioni e mezzo, poi l’inizio dell’incubo, che non impedì però a una squadra ormai retrocessa e fallita di battere addirittura la super Juventus destinata a giocare la finale Champions a Berlino contro il Barcellona: “Era una delle ultime giornate, non avevamo nulla da chiedere al campionato. Tutti ci davano per sconfitti, ma con orgoglio abbiamo scritto una bella pagina di storia. A Parma la fine iniziò con la mancata concessione della licenza Uefa e la richiesta della società di spostare dei soldi che dovevamo avere sul contratto successivo. Dicevano che mancava liquidità, ma che il club era sano. Poi vedere il Parma ceduto a tre presidenti senza nemmeno un euro fu una sconfitta per il calcio italiano. Noi calciatori possiamo anche non ricevere lo stipendio per un anno, ma vedere la disperazione dei dipendenti che non arrivavano a fine mese fu durissima, è la cosa che mi ha toccato più di tutte le altre”.

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Fonte: http://www.itasportpress.it/calcio/parma-juventus-parla-il-doppio-ex-palladino-io-che-divisi-la-camera-con-ibrahimovic/