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Robben si racconta: “Mourinho grande allenatore, ma io sono un fan di Guardiola. Sul mio futuro…”

Robben

Deve ancora pensare a cosa farà a fine stagione, ma Arjen Robben, esterno d’attacco del Bayern Monaco, si gode la sua lunga e vincente carriera e pensa anche al futuro.

In una lunga e interessante intervista rilasciata al Daily Mail, l’olandese classe ripercorre alcuni momenti della propria vita calcistica: tra sfide vinte e altre perse, allenatori e quella che è diventata la sua mossa, definita da tuttila giocata alla Robben“.

MOSSA – Dribbling, rientro sul sinistro e assist o tiro. Questa tipica giocata è diventata ufficialmente la mossa alla Robben: “Sì, e mi riesce ancora. Molti difensori se la faccio bene vengono sorpresi. Mia moglie mi dice che devo essere orgoglioso perché ho scritto una pagina del calcio. Lo dicono in Olanda, in Francia e in Germania, sono orgoglioso di questo”.

TRA PRESENTE E FUTURO – Il nostro presidente Uli Hoeness dice sempre: ‘Non hai giocatori giovani o vecchi, hai giocatori bravi e meno bravi’. Non sono più giovane, non per il mondo del calcio almeno. Ma sono ancora lì, gioco come ala in uno dei migliori club d’Europa, quindi è qualcosa di speciale e per questo devo godermelo fino in fondo”. E poi continua: “È stato un grande passo decidere di dire addio a fine stagione, perché finire la tua carriera qui in un club fantastico dopo 10 incredibili anni è qualcosa di unico. Mi sento anche sollevato di aver preso questa decisione e averla resa subito pubblica. Ma ora c’è il secondo step e devo decidere cosa farò dopo”. “Se seguirò le orme di Lampard come allenatore? No, non ancora. Sto ancora giocando. Non so per quanto tempo ma ho sempre detto che finché mi diverto e fisicamente mi sento abbastanza bravo da esibirmi al livello che voglio io, allora continuerò a giocare. Sono anche curioso di sapere dove sarò il prossimo anno. Forse l’Inghilterra, forse la Spagna, o da qualche altra parte, può essere ovunque. Vedremo”. E sugli stimoli a continuare a giocare: “La cosa principale che ti fa andare avanti è semplicemente non essere mai sazi, soddisfatti. Nel calcio ci sarà sempre una prossima partita. Se vinci o perdi, o anche se vinci titoli, è già passato. Arriva sempre una nuova stagione e un nuovo anno e devi sempre concentrarti su quello e non essere mai felice, non essere mai soddisfatto, cerca sempre anche di migliorare il tuo gioco”.

LIVERPOOL – Pensa anche alla gara di Champions League ad Anfield contro il Liverpool: “C’è sempre nella storia di un calciatore un posto, una squadra che ti porta bene e un’altra che ti porta male. Ecco, forse il Liverpool mi porta male (ride ndr)”. “Nel 2005 hanno vinto la Champions League. A quel tempo il Liverpool era una squadra molto, molto forte. Erano pronti come squadra per vincere quella coppa. Anche nella FA Cup o nella Carling Cup. In uno o due tornei potevano davvero essere all’altezza e vincere”. E sul Liverpool di oggi: “Ora penso che sia cambiato e si siano sviluppati molto bene. Grazie anche a Klopp che ha fatto un ottimo lavoro. L’anno scorso erano in finale di Champions League, facendo bene in campionato e al momento sono in cima alla classifica, la città e i tifosi sono sempre vicini alla squadra. Tutti a Liverpool stanno aspettando la vittoria. Noi dovremo essere molto bravi e concentrati perché loro sono forti. Noi abbiamo una squadra esperta. Si tratta di dettagli”.

ALLENATORI – E poi fa il punto sugli allenatori avuti: da Mourinho a Guardiola e anche Van Gaal: “Con Mourinho abbiamo giocato con due attaccanti e con due ali. Era un 4-4-2, un sacco di giocatori offensivi sul campo. Ma quello che ricordo di quel periodo è la squadra. Era una squadra vera e propria tutti insieme, i giocatori stavano tutti molto bene. Abbiamo avuto un ottimo manager come Mourinho, che ha fatto in modo che lo spirito di squadra funzionasseo bene e, naturalmente, per il club è stata la prima volta che abbiamo vinto il campionato in 50 anni. E per me è stato un grande passo, perché ero ancora molto giovane. Avevo 20 anni. Era la prima volta che andavo all’estero”. Ma nonostante la stima per Mourinho, ecco chi è il preferito di Robben: “Sono un grande fan di Pep Guardiola. Mi piace il suo gioco, sono un giocatore e attaccante e voglio giocare a calcio. Ma naturalmente mi rendo conto che devi guardare alla qualità dei tuoi giocatori o della squadra che hai, e qual è la cosa migliore da fare, il miglior sistema. E in questo senso Van Gaal aveva dei principi e regole sui moduli ed era bravo”.

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