La principale novità che il Tar del Lazio ha registrato nell’ultimo anno è arrivata senza dubbio dal contenzioso emergenziale, con numerosi ricorsi proposti contro i Dpcm che hanno imposto le chiusure a numerose categorie, tra le quali quella del gioco pubblico. L’appartenenza delle impugnative alla sfera della cosiddetta ‘alta amministrazione’ e il rapido succedersi di questo tipo di decreti “hanno determinato una non indifferente ricaduta sul sindacato giurisdizionale: basti pensare che, in molti casi, il rispetto dei termini processuali ha reso di fatto impossibile assumere in tempo utile decisioni collegiali, sia pure di natura cautelare, residuando la sola misura monocratica. Pertanto, per assicurare il necessario approfondimento delle questioni agitate e per garantire il contraddittorio processuale, la decisione presidenziale, nei casi particolarmente complessi o più delicati, è stata preceduta dall’interlocuzione con i difensori delle parti”. E’ quanto ha affermato il presidente del Tar del Lazio, Savo Amodio. Altro elemento che incide sul volume del contenzioso è “l’inefficienza, talvolta spinta fino all’inattività, della Pubblica amministrazione, che preferisce demandare al giudice decisioni che pure istituzionalmente le competono”; il fenomeno della ‘paura della firma’, “coniata dalla dottrina e riferita ai funzionari pubblici che sono chiamati ad assumere le decisioni amministrative e che si astengono dal farlo”. Inoltre, Amodio aggiunge “è certamente l’eccessiva domanda di giustizia, originata, oltre che dall’inefficienza, dall’inesistenza di opportuni strumenti deflattivi”; e da ultimo “l’assenza di un effettivo coordinamento e di un dialogo fra la pluralità di centri decisionali, chiamati, in uno stesso procedimento, a tutelare ciascuno uno specifico interesse pubblico”. ac/AGIMEG
Fonte: https://www.agimeg.it/focus/tar-lazio-aumento-ricorsi-contro-dpcm-attivita-chiuse
Author: Andrea Cantelmo
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