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Tar Lombardia su fasce orarie: “Comune ha discrezionalità limitata, in quanto incide su un servizio legittimamente offerto al pubblico sulla base di una concessione dell’ADM”

“Anche in presenza di una situazione di ludopatia diffusa e documentata, gli interventi limitativi devono calcolare le conseguenze negative sul fatturato dei concessionari”. Lo afferma il Tar Lombardia nella sentenza con cui accoglie il ricorso intentato da una sala giochi contro le fasce orarie adottare dal Comune di Arcene, nell’Ambito Territoriale del Treviglio. E nella sentenza chiede che il Comune coinvolga i rappresentanti dei gestori delle varie attività di gioco, per comporre nel contradittorio delle parti un quadro informativo esteso a tutti gli interessi pubblici e privati rilevanti”, in particolare si confronti con loro “nell’esame dei dati forniti dall’ADM, e più in generale nella valutazione dei presupposti per l’adozione di misure limitative degli orari”.
La sala ha fatto leva prima di tutto sulla contraddittorietà del provvedimento: è vero che la raccolta di slot e Vlt nell’Ambito Territoriale di Treviglio è cresciuta tra il 2016 e il 2017, ma poi ha subito un brusco calo nel 2018 e un’ulteriore perdita nel 2019, attestandosi ben al di sotto del dato di partenza. Inoltre, passando al caso del Comune di Arcene nello specifico, si registra solamente un soggetto in cura per problemi legati al gioco d’azzardo patologico, a fronte di una popolazione adulta di oltre 4mila residenti. Di queste circostanze il Comune però non avrebbe tenuto conto, nell’adottare le restrizioni orarie.
Il Tar nella sentenza sottolinea che un Comune nel disciplinare le fasce orarie godono di una discrezionalità “necessariamente limitata, in quanto incide su un servizio legittimamente offerto al pubblico sulla base di una concessione dell’ADM”. In sostanza interviene su una materia su cui vi è già “un sistema di controlli a monte che attribuisce ai gestori dell’attività di gioco un’aspettativa tutelabile a svolgere un’attività economicamente remunerativa, e al pubblico un’aspettativa parimenti tutelabile ad accedere alle diverse tipologie di gioco con modalità non penalizzanti”.
Ne deriva che il Comune può intervenire con “strumenti con efficacia temporalmente circoscritta” e solo “sul presupposto di un’emergenza sanitaria da gioco d’azzardo patologico accertata dall’autorità sanitaria”. Inoltre ha l’obbligo “di rispettare l’equilibrio tra esigenze pubbliche (prevenzione della ludopatia) ed esigenze private (iniziativa economica, libero accesso al gioco)”. Inoltre, “la riduzione degli orari di gioco non deve mai spingersi fino al punto da cancellare il valore economico della concessione”. Il Tar anzi afferma che “anche in presenza di una situazione di ludopatia diffusa e documentata, gli interventi limitativi devono calcolare le conseguenze negative sul fatturato dei concessionari”.
Il giudice fa riferimento all’unico giocatore patologico in cura presso i Servizi Sanitari e alla stima – avanzata dal Comune – di 120 residenti che pur avendo problemi legati al gioco che non avrebbero avviato un percorso terapeutico. Riferendosi a questi ultimi, afferma che “la definizione di giocatore problematico riportata in calce all’ordinanza impugnata (…) descrive con un unico parametro una condizione che normalmente è complicata da altri fattori individuali, e dunque richiederebbe un’analisi caso per caso”. Ma soprattutto sottolinea che “trattandosi di un numero stimato, la consistenza del fenomeno è solo ipotetica. Il dato è quindi utile per impostare politiche di sensibilizzazione rivolte ad alcuni segmenti della popolazione, ma troppo disomogeneo e impreciso per costituire il fondamento di misure limitative del gioco, che hanno un sicuro e immediato effetto negativo sull’attività economica dei gestori”.
Infine sottolinea che “la legislazione sopravvenuta all’intesa della Conferenza Unificata del 7 settembre 2017 ha rafforzato il ruolo della tecnologia nella prevenzione della ludopatia”, e richiama una serie di misure, come l’obbligo di utilizzare la tessera sanitaria e l’introduzione di formule di avvertimento. lp/AGIMEGThe post Tar Lombardia su fasce orarie: “Comune ha discrezionalità limitata, in quanto incide su un servizio legittimamente offerto al pubblico sulla base di una concessione dell’ADM” first appeared on Agenzia Giornalistica sul Mercato del Gioco – AGIMEG.

Autore: Claudio Ramoni
Fonte:https://www.agimeg.it/pp2/tar-lombardia-fasce-orarie-comune-ha-discrezionalita-limitata-incide-su-servizio-offerto-a-pubblico-su-base-concessione-adm

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