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Valladolid, l’emozione di Verde: “Quando ho stretto la mano a Ronaldo…”

Verde

Un gol su punizione che ha regalato il pareggio al suo Valladolid nell’ultima giornata de La Liga. Ma soprattutto un tifoso speciale che non si sarebbe mai immaginato di avere. Così, Daniele Verde racconta a gianlucadimarzio.com la sua emozione quando ha visto per la prima volta Ronaldo, il Fenomeno, diventare il presidente del club spagnolo e soprattutto quando lo ha visto saltare di gioia dopo il suo gesto tecnico che ha portato un punto prezioso alla squadra.

INASPETTATO – Sull’arrivo di Ronaldo alla presidenza: “Quando in estate ho accettato l’offerta del Valladolid la proprietà era un altra e di Ronaldo non sapeva nessuno. Non mi sarei mai potuto aspettare questo colpo di scena. E ammetto che ancora ora mi emoziono a pensare che da bambino lui era uno dei miei idoli dei videogiochi e oggi è il mio presidente. Praticamente me lo sono ritrovato in spogliatoio dalla mattina alla sera”. E proprio sull’emozione di conoscere il Fenomeno, colui che è stato il suo idolo da giocatore: “Ci ha voluto conoscere tutti. E’ davvero una persona eccezionale, di un’umiltà fuori dal comune. Ci parli due minuti non ti dà mai l’impressione di essere quel campione pluridecorato che tutti conosciamo. Anzi, è una persona che sa mettersi subito al livello del suo interlocutore. Poter dare la mano a un campione non è una cosa che capita tutti i giorni: non mi dovrei lavare più la mano”.

COMPLIMENTI – Buone prestazioni per Verde, che però non si esalta, neppure dopo le parole di elogio spese dal presidente: “Cerco di non leggere molto i giornali  e infatti che lui abbia parlato di me l’ho appreso dai messaggi che ho ricevuto nelle ore successive da parenti ed amici. Che dire, già conoscerlo era stato emozionante, sapere che ha anche parlato di me è davvero pazzesco”. Poi una battuta: “So che Ronaldo era compagno di squadra di Di Biagio nell’Inter, magari gli chiedo di mettere una buona parola con lui per una convocazione con l’Under 21″.

EMOZIONE – Inevitabile dunque commentare la punizione con cui ha trovato il gol del pareggio contro l’Espanyol e la successiva esultanza dello staff, dei medici e soprattutto quella di Ronaldo: “Il calcio da fermo è sempre stata una delle mie qualità, ma un gol così mi mancava da tempo. Venivo da un infortunio e i fisioterapisti dopo il gol mi hanno detto ‘Se non ti fa male la gamba dopo un tiro da lì, vuol dire che sei guarito’. Scherzavano tutti, perché la nostra squadra è la mia seconda famiglia”. E poi quell’esultanza che mai si sarebbe potuto aspettare. Il suo idolo, diventato ora il suo presidente, che si è alzato in piedi a festeggiare un suo gol. Come se, per una volta, le parti si fossero invertite: “Dal campo non ne ne ero accordo. Me lo hanno detto dopo e mi sono emozionato tantissimo. Ancora non ci siamo incontrati dopo il gol perché venerdì sera non sono passato negli spogliatoi dopo la gara. Una cosa che non succede quasi mai, perché di solito è sempre molto presente. Avrà avuto degli impegni urgenti”. Sulla prossima sfida, al Camp Nou poi aggiunge: “E’ uno stadio che fino ad oggi ho visto solo in tv. Se solo ci penso mi viene la pelle d’oca”.

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