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Adnkronos: “Covid, gioco pubblico dimenticato, chiusi 12mila esercizi, 60mila posti in fumo”

Ne approfitta il mercato illegale con 18 miliardi di introiti nel 2020 (+50%). Trecento giorni di chiusura, migliaia di posti di lavoro persi, aziende in ginocchio ed un buco erariale da miliardi di euro. E’ la sconvolgente fotografia del settore del gioco pubblico in Italia a 14 mesi dall’esplosione del Covid-19, che ha amplificato la crisi che il nostro Paese stava vivendo già prima della diffusione della pandemia, distruggendo mese dopo mese il tessuto economico italiano – riporta l’agenzia Adnkronos -. Ma c’è un settore che più di altri ha vissuto e sta ancora vivendo il dramma delle prolungate chiusure imposte dal Governo per fronteggiare l’emergenza – tra marzo e giugno durante il primo lockdown e da ottobre ad oggi durante il secondo lockdown – quello del gioco legale. Un comparto – segnala l’agenzia Agimeg – che prima della crisi rappresentava la terza voce per entrate erariali: 11,5 miliardi di euro per lo Stato nel 2019, linfa vitale grazie alla quale il Governo, tra le altre cose, ha potuto finanziare il reddito di cittadinanza. Un settore strategico anche perché, scrive Agimeg, in grado di rappresentare un presidio di legalità contro i tentacoli della criminalità organizzata, ma oggi andato in frantumi per l’ostinazione con cui il comparto viene considerato ‘non essenziale’ e dunque sacrificabile.
Non è un caso, infatti, che parlando di riaperture, il premier Draghi non abbia nominato il settore del gioco pubblico – sale giochi, sale scommesse e bingo – lasciandolo in un limbo normativo, a differenza di quanto avvenuto invece per cinema, teatri, palestre, piscine, fiere, che hanno una data certa di ripartenza. Anche il Dl Covid, contenente le misure valide fino al prossimo 31 luglio, non ha al suo interno alcun riferimento al comparto del gioco legale, per il quale si potrà sperare eventualmente in un apposito Dpcm che ne decreterebbe la riapertura. Insomma, mentre l’Italia cerca lentamente e gradualmente di ripartire, per il settore del gioco è notte fonda. La situazione economica delle aziende è drammatica: 12.000 punti vendita chiusi, tutto l’indotto completamente fermo, oltre 60.000 lavoratori che rischiano di perdere per sempre il proprio impiego.
Non sono bastati gli investimenti, tra il primo e il secondo lockdown, effettuati da sale giochi, sale scommesse e bingo per garantire tutti i protocolli di sicurezza richiesti per poter continuare a lavorare. In molti casi si è addirittura andati al di là dei protocolli con operatori che, ad esempio, hanno addirittura previsto tappetini igienizzanti per le scarpe all’ingresso delle attività. Tra l’altro il settore ha avuto ristori assolutamente inadeguati e migliaia di lavoratori da mesi senza cassa integrazione. “Da dicembre dello scorso anno non percepisco più la cassa integrazione – racconta Daniela lavoratrice di una sala Bingo di Roma – e sono sola con due figlie minorenni. Dopo 25 anni di lavoro in cui ho cercato di dare un futuro alle mie figlie mi è crollato il mondo addosso. Che colpe abbiamo per le quali il Governo ci ignora? Siamo lavoratori onesti come gli altri, autorizzati dallo Stato ma perché dobbiamo soffrire così”. Gli fa eco Antonia Campanella, promotrice del Comitato ‘Donne in gioco’ che da oltre 3 mesi sono in piazza a Roma per denunciare la situazione di abbandono: “non ce la facciamo più. Siamo madri di famiglia, ragazze che hanno pensato di avere un futuro nel gioco legale, ma lo Stato ci sta uccidendo lentamente. E’ vergognoso che il premier ed il Governo ci abbiamo ignorati parlando di ripartenze. Noi siamo italiani come gli altri, il nostro è settore di intrattenimento che curiamo con la massima attenzione per il cliente. Che c’è di male a venire a giocare su una partita di calcio o a fare una partita a Bingo che altro non è che una tombola moderna? Siamo veramente alla fame e chi sta al Governo dovrà rispondere davanti al Paese di quello che potrà accadere a causa della disperazione di migliaia di lavoratori”.
Nel 2020 ci saranno circa 300 mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi in meno, di cui circa 240 mila esclusivamente a causa della pandemia, tra cui quelle del gioco pubblico. Nel 2020 le attività artistiche, palestre, piscine, cinema, teatri e sale giochi hanno perso complessivamente il 70% del proprio fatturato, pari a 18,3 miliardi di euro. Nel solo settore del gioco pubblico da inizio pandemia si sono persi oltre 4,5 miliardi di euro di gettito per lo Stato e circa 4 miliardi di ricavi per il comparto nel quale sono a rischio 70 mila imprese. Per trovare un anno peggiore dal punto di vista macroeconomico bisogna andare indietro fino al 1944, alla Seconda Guerra Mondiale.
Ma per un’economia in crisi, un’altra economia – sommersa e pericolosa – fa affari d’oro. Quella che era più di una sensazione trova purtroppo conferma nei numeri. La chiusura del comparto del gioco legale è stata un ”regalo” al mercato del gioco illegale, controllato e gestito da organizzazioni criminali. La conferma arriva da una indagine di Agimeg che ha raccolto ed elaborato i dati relativi alle operazioni, riguardanti il mercato del gioco, effettuate da Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia, Direzione Distrettuale Antimafia e Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. I numeri dicono che il giro d’affari del gioco illegale – che nel 2019 era stimato in 12 miliardi di euro – nel 2020 è salito a 18 miliardi (+50%) per la riemersione immediata delle scommesse offshore e delle bische clandestine. E con il prolungarsi della chiusura delle attività di gioco legale, nel 2021 il mercato dell’illegale, secondo alcune stime, potrebbe toccare i 22 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto al 2019 quando il gioco legale non aveva subito sospensioni. Ma il dato che rende bene l’idea di come aver colpito il gioco legale abbia avvantaggiato le organizzazioni criminali, arriva dalle persone coinvolte. I 200 arresti nel 2020 rappresentano un +257% rispetto alle persone (56) finite in manette l’anno prima. In forte crescita anche le denunce passate dalle 62 del 2019 alle 160 dello scorso anno (+158%). Ed il 2021 potrebbe addirittura vedere questi dati in crescita. In questa prima parte dell’anno infatti sono già state arrestate 14 persone ed altre 37 denunciate per attività di gioco illegale collegata alle criminalità. es/AGIMEG

Autore: simonetta
Fonte:https://www.agimeg.it/politica/adnkronos-covid-gioco-pubblico-dimenticato-chiusi-12mila-esercizi-60mila-posti-in-fumo

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