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Astro e Acmi al Governo: “Includere sale giochi e bar nel novero delle attività oggetto dei primi provvedimenti di riapertura”

Assotrattenimento e ACMI, che rappresentano una fetta rilevante della filiera del gioco lecito, hanno sottoposto al Governo alcune proposte pensate per evitare l’estinzione dell’intero settore del gioco pubblico legale che, fin dall’inizio della crisi, ha dovuto interrompere l’esercizio di qualsiasi attività. “Nonostante l’attuale profondo disagio che le nostre imprese stanno sopportando, siamo fermamente convinti che la conservazione del comparto del “gioco pubblico legale” possa apportare un importante contributo all’obiettivo generale di conservazione della base imponibile dello Stato, ritenuto fondamentale per il riavvio dell’intero “Sistema Italia”. Tale contributo può concretizzarsi sotto diversi aspetti: la conservazione dei livelli occupazionali con il conseguente sostegno ai consumi; il completamento degli investimenti richiesti dai provvedimenti normativi di fine 2019, appena avviati prima della crisi in corso; il mantenimento della certezza che l’erario possa continuare a beneficiare di un gettito erariale pro- veniente dal settore del gioco legale, il quale -è bene sottolinearlo – ha rappresentato, fino all’inizio di questa emergenza, una delle voci più cospicue e certe del bilancio dello Stato. Quindi, se adeguatamente supportato nella fase di uscita dalla crisi, il settore del gioco potrà continuare a mantenere questo ruolo. Parallelamente, non va sottovalutato il contributo del “gioco pubblico” come presidio di legalità. Importanti magistrati, in prima linea nella lotta contro le mafie, stanno lanciando segnali d’allarme sulla concreta possibilità che la criminalità organizzata possa approfittare di questo momento di crisi per “accaparrarsi”, in tutti i settori, le imprese messe in ginocchio dalle ricadute economiche dell’emergenza epidemiologica in corso. L’elemento che accomuna gli avvertimenti di tali autorevoli personalità può essere riassunto in un accorato appello, rivolto allo Stato, affinché vengano salvaguardate le imprese legali, come quelle qui rappresentate. Per il raggiungimento di tali obiettivi le aziende del “gioco legale”, in particolare gli operatori del settore degli apparecchi da intrattenimento (la cui attività è completamente sospesa ormai da un mese), devono essere messe in condizione di ripartire potendo far leva sulla liquidità necessaria per affrontare una ripresa che sarà lenta e graduale e, probabilmente, destinata a trovare il proprio equilibrio su valori inferiori e distanti da quelli pre-crisi”. 
“Le misure idonee per lo scopo indicato sono, a parere delle associazioni di rappresentanza Astro e Acmi, le seguenti:
1. Vista l’urgenza determinata dal blocco totale del settore, appare imprescindibile che, già con il primo provvedimento utile, vengano annullati gli aumenti di PREU disposti con l’ultima legge di stabilità, pensati per un contesto economico “normale” e, quindi, non più compatibili e sostenibili nell’attuale situazione di eccezionalità. Tanto più che tali aumenti erano stati accompagnati da una riduzione del pay out, pensata dal legislatore proprio per ammortizzarne l’impatto, di cui però gli imprenditori non possono beneficiare non essendo possibile completare l’aggiornamento degli apparecchi, proprio a causa del sopraggiunto stato di emergenza. Si tratterebbe quindi di un intervento semplicemente finalizzato, non tanto alla concessione di un vantaggio fiscale, ma quanto a ristabilire quell’equilibrio previsto dalle stesse norme che avevano stabilito l’incremento delle aliquote a fronte di una riduzione del limite minimo all’ammontare delle vincite (c.d payout). Si tratta di un equilibrio ora alterato, nei fatti, dalla sopraggiunta oggettiva impossibilità di dar seguito al necessario aggiornamento degli apparecchi non prevedibile neanche in tempi brevi, dopo il riavvio delle attività, vista la grave crisi di liquidità del settore.
2. Lo spostamento in avanti della data di pagamento del PREU relativo ai periodi contabili per cui è stata prevista la sospensione con l’art. 69 del D.L. 18/2020 e un ampliamento temporale della facoltà di rateizzazione. La data per il pagamento è ora fissata al 29 maggio 2020, ma il protrarsi della attuale situazione di emergenza rende poco probabile che gli imprenditori del settore riescano a rispettare tale scadenza, a meno di non dover rinunciare definitivamente alla riapertura delle loro attività. Ed è per la medesima ragione che diviene opportuno un ampliamento temporale della facoltà di rateizzazione del debito accumulato durante il periodo di sospensione. Si propone, pertanto, che il termine per il versamento degli importi sospesi venga fissato non prima del 30 Settembre, e che da questa data parta la facoltà di rateizzazione per gli adempimenti dell’intera filiera, così come era previsto dalla disposizione originaria.
3. Inclusione delle sale giochi e dei bar nel novero delle attività oggetto dei primi provvedimenti di “riapertura”: quanto emerge dalle indiscrezioni di stampa, secondo cui le sale giochi e pubblici esercizi sarebbero inserite tra le ultime attività a poter ripartire, oltre a non tener conto – vista la natura di tale attività – della possibilità che un eccessivo prolungarsi della chiusura ne determinerebbe la “morte” economica, non tiene conto che le sale giochi già da tempo soggiacciono a limiti sul contingentamento degli spazi. Vige infatti già l’obbligo di un selezione all’ingresso: si tratta di una misura pensata per evitare l’accesso dei minori ma che ora può essere facilmente riadattata a contingentare gli ingressi. Quello che qui si vuole sottolineare è che gli operatori del gioco sono forse gli imprenditori più abituati a convivere con l’obbligo di contingentare gli spazi e le persone. Limiti al contingentamento degli spazi e alla distanza tra gli apparecchi riguardano anche le attività di gioco collocate presso i pubblici esercizi , la cui riapertura non può essere ragionevolmente rinviata ai tempi lunghi di cui si parla. In gran parte dei casi si tratta di attività a gestione familiare per cui l’incasso giornaliero rap- presenta l’unica fonte di sostentamento. Come segnalato dalla gran parte delle associazioni di categoria, l’ulteriore prolungamento della chiusura forzata dei bar potrebbe determinare la definitiva cessazione dell’attività per più del 50% di quelli esistenti prima della crisi.
Bisogna prendere tristemente atto che tali auspicate misure non saranno sufficienti per evi- tare che una parte delle imprese dovrà comunque chiudere, ma tali misure rappresentano, se non altro, l’elemento minimo necessarie per scongiurare l’evenienza (inevitabile in assenza di esse) che questo effetto si estenda all’intero settore. Nell’ambito degli interventi finalizzati, su ampia scala, a limitare le conseguenze economiche dell’emergenza in corso, le misure qui proposte potrebbero offrire anche un importante contributo alla tenuta degli esercizi commerciali presso cui sono installate le AWP – per i quali tali apparecchi rap- presentano spesso una rilevante fonte di reddito – anch’essi fortemente pregiudicati dal prolungarsi della chiusura forzata. Un intervento finalizzato a mantenere in vita il settore degli apparecchi da intrattenimento potrebbe quindi contribuire, indirettamente, al sostegno di attività aventi un’attività prevalente diversa dal gioco (ad esempio: bar e tabaccherie). È doveroso comprendere che, di fronte alla eccezionalità della situazione che si sta vivendo, la strada per garantire il contributo del settore alla tenuta del Sistema Italia non passa per un aumento delle imposte sul gioco, che desertificherebbe il settore, ma per misure di sostegno (o meglio, con- servazione) come quelle indicate. Permane, peraltro, il rischio che anche queste misure possano essere vanificate dalle difficoltà derivanti dalle note limitazioni introdotte dalle regolamentazioni regionali e comunali e dagli ostacoli all’accesso al credito registrati negli ultimi periodi. Questi temi, già rilevanti prima dell’attuale emergenza, assumono ora un carattere di priorità e richiedono valutazioni ed interventi in tempi brevi, anche a prescindere dal riordino del settore del “gioco pubblico” di cui comunque si sente l’assoluta necessità. Siamo a disposizione – conclude la proposta al Governo a firma di Massimiliano Pucci e Roberto Mazzucato, rispettivamente Presidente Astro e Presidente Acmi – per ogni approfondimento che ci venisse (auspicabilmente) richiesto”. lp/AGIMEG

L’articolo Astro e Acmi al Governo: “Includere sale giochi e bar nel novero delle attività oggetto dei primi provvedimenti di riapertura” proviene da AGIMEG, Agenzia Giornalistica sul Mercato del Gioco.

Fonte: https://www.agimeg.it/focus/coronavirus-astro-acmi-slot-riapertura-sale-giochi-bar

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