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Distanziometro di Bolzano, il Consiglio di Stato sospende la sentenza e le sale possono continuare ad operare… almeno per ora

Il Consiglio di Stato sospende la sentenza sul distanziometro di Bolzano, ma il provvedimento dovrà essere confermato a metà giugno. Una notizia che viene accolta con prudenza – le sale in sostanza chiedono che venga corretta la sentenza di qualche mese fa, e non è facile far ammettere a un giudice che ha commesso degli errori – ma che comunque riaccende le speranze. Intanto le sale possono continuare a operare.

Consiglio di
Stato sospende sentenza su distanziometro Bolzano. “Sale a rischio
chiusura, e forse ci sono vizi che non sono stati esaminati”

Una sala da gioco
tenta la via del giudizio di revocazione della sentenza del Consiglio
di Stato sul distanziometro di Bolzano, e il Presidente della Sesta
Sezione sospende la pronuncia con decreto cautelare. IL Presidente
riconosce la gravità e l’urgenza della situazione in cui versa la
sala (dopo la sentenza il Comune di Bolzano ha imposto la chiusura
dell’attività, e questo comporterebbe “dispersione dei valori
aziendali; azzeramento dell’avviamento aziendale; dissipazione
degli investimenti; venir meno della unica fonte di reddito per i
titolari; perdita dei posti di lavoro”) e spiega che ” le ragioni
del dedotto vizio revocatorio” sostenute nel ricorso “ad una
delibazione sommaria propria della attuale fase, non paiono
immeritevoli di positiva valutazione”. La sala infatti ha sostenuto
– “richiamando pedissequamente il ricorso in appello e le
riproducendo i vizi dedotti e le pagine che li riportavano” – che
il Consiglio di Stato abbia travisato il “contenuto della CTU,
sotto diversi profili; in particolare, con lunga disamina, il ricorso
sostiene che la sentenza di appello – che riuniva diversi ricorsi
per connessione – si sia concentrata soltanto sui motivi di
possibile incostituzionalità e anticomunitarietà, tralasciando la
trattazione dei restanti e incorrendo nel vizio di (errore di fatto
revocatorio per) omessa pronuncia”. Inoltre, la sala ha
sottolineato che nella sentenza – nella parte in cui si discute
dell’incostituzionalità del distanziometro di Bolzano – il
giudice non ha esaminato una serie di vizi (quelli “degli atti
adottati; sull’onere di contestazione; sui requisiti per la
licenza; sullo statuto delle imprese”). Il provvedimento cautelare
dovrà adesso essere confermato dall’intero Collegio, nell’udienza
in Camera di consiglio che è stata fissata per il 13 giugno
prossimo.

Distanziometro
Bolzano, a giugno in Consiglio di Stato sarà una maxi-udienza: quasi
tutte le sale hanno chiesto la revocazione

Il 13 giugno
prossimo, al Consiglio di Stato, ci sarà una maxi-udienza per
chiedere di sospendere le sentenze sul distanziometro di Bolzano.
Secondo quanto apprende Agimeg da fonti legali, infatti, praticamente
tutte le sale che si sono viste respingere i ricorsi hanno intentato
la strada della revocazione della sentenza. La maggior parte però –
al contrario di quella che oggi ha ottenuto la sospensiva con decreto
dal Presidente della Sezione, e che comunque dovrà discutere
nuovamente la questione nell’udienza di giugnohanno preferito
andare direttamente in camera di consiglio.

Distanziometro
Bolzano, Consiglio di Stato sospende altre due sentenze

IL Presidente della
Sesta Sezione del Consiglio di Stato emette altri due decreti per
sospendere le sentenze sul distanziometro di Bolzano. Questa mattina
era stato emesso il primo provvedimento, che quelli pubblicati adesso
in sostanza richiamano. “Il ricorso per revocazione è di tenore
analogo ad altro ricorso, su cui è già stata adottata misura
cautelare monocratica di accoglimento” spiega il Presidente nella
motivazione. E quindi rimanda al primo decreto “sia in relazione
alla doglianza di errore revocatorio per l’omessa pronuncia
rispetto a vari motivi non trattati ed esaminati nella impugnata
sentenza (che si sarebbe concentrata soltanto sui vizi dedotti di
possibile incostituzionalità e anticomunarietà), che rispetto alle
eccezionali ragioni di gravità ed urgenza per i vari danni, sotto
diversi profili dell’attività del ricorrente, tali da non poter
attendere la dilazione alla prima camera di consiglio utile”. Anche
in questi casi, la richiesta sospensiva verrà nuovamente discussa in
camera di consiglio il 13 giugno.

Avv. Busetti a
Agimeg: Distanziometro Bolzano non è mai stato trasmesso alla
Commissione Europea, e adesso va disapplicato. E lo stesso vale per
tutti i distanziometri

“In questo momento
bisogna essere prudenti, discuteremo nuovamente la richiesta di
sospensiva il 13 giugno di fronte all’intero Collegio – e non al
solo Presidente della Sezione – e in pieno contraddittorio con i
legali della Provincia di Bolzano e dei vari Comuni. Ma devo anche
sottolineare che il Presidente si è spinto molto nell’evidenziare
che quelle lacune non paiono pretestuose e sono degne di essere
riesaminate. In sostanza ci sono degli aspetti che sono stati
tralasciati e che forse meritano maggiore attenzione”. E’ il
commento a caldo dell’avv. Michele Busetti, il legale delle sale
che oggi hanno ottenuto i decreti con cui il Presidente della Sesta
Sezione del Consiglio di Stato ha sospeso le sentenze sul
distanziometro di Bolzano. Le sale nei ricorsi per revocazione hanno
sostenuto che il Collegio abbia travisato il senso di effetto
espulsivo: “E’ vero che vi sono delle aree in cui le sale possono
trasferirsi. Ma in realtà in alcuni Comuni stiamo parlando di un
pezzetto di marciapiede dove aprire un bar. E questo a nostro avviso
è un effetto espulsivo”. Ma poi c’è il contrasto tra la legge
provinciale e l’ordinamento comunitario: ” Le norme che vanno a
incidere sulla distribuzione dei servizi devono essere comunicate
alla Comunità Europea, di modo che sia l’UE sia gli altri Stati
Membri possano verificare se siano o meno coerenti con i principi del
libero mercato e della concorrenza. La conseguenza della mancata
comunicazione comporta la non vigenza della normativa, in sostanza
fin ché queste norme non vengono “bollinate” dall’UE non
possono essere considerate vigenti”. Se il Collegio accogliesse
questa tesi, la pronuncia potrebbe avere effetti dirompenti: “La
pronuncia avrà effetti solo per Bolzano” spiega Busetti, “ma i
vari Tar potrebbero essere invasi da migliaia di ricorsi, qualora le
altre Regioni e gli altri Comuni non abbiano trasmesso le proprie
normative alla Commissione UE”. Busetti infime precisa l’intento
dei ricorsi: “Nessuno dei ricorrenti è un avido imprenditore che
intende vivere sulle debolezze dei giocatori, ma vogliono trovare un
punto di equilibrio che consenta di preservare investimenti e posti
di lavoro”.

Avv. Cardia ad
Agimeg: “Chiesto al Consiglio di Stato di revocare sentenza su
distanziometro di Bolzano”

“Abbiamo chiesto
al Consiglio di Stato di revocare la sentenza sul distanziometro di
Bolzano. E’ un tipo di ricorso che si intenta raramente, solo
quando la sentenza contiene un travisamento, un cosiddetto abbaglio
dei sensi” lo spiega a Agimeg l’avv. Geronimo Cardia, legale di
alcune delle sale da gioco di Bolzano. Cardia mostra molta prudenza
sul ricorso per revocazione, comunque si tratta di chiedere allo
stesso giudice di verificare quanto indicato nella sentenza, ma sui
decreti emessi oggi commenta: “E’ importante che il Consiglio di
Stato voglia ripercorrere l’iter logico seguito nella sentenza e
che nel mentre abbia sospeso la pronuncia consentendo alle sale di
continuare a operare”. I dubbi di merito e di sostanza sollevati su
quella sentenza sono diversi, a iniziare da cosa si debba intendere
esattamente per effetto espulsivo. I giudici di Palazzo Spada avevano
infatti disposto una Consulenza Tecnica d’Ufficio per appurare se
in ciascun Comune della Provincia ci fossero delle aree in cui le
sale potevano trasferirsi, ovunque c’era uno spazio residuo, sempre
però molto ristretto, in alcuni casi si parlava addirittura di meno
dell’1% della superficie comunale. “Consentire l’1 percento, o
il 3 percento o il 7 percento del territorio significa di fatto
proibire completamente” osserva però Cardia. E poi sottolinea che
i giudici di Palazzo Spada negli ultimi mesi hanno dato idea di
conoscere perfettamente l’impasse in cui si trova il settore del
gioco: “Si tratta dello stesso Consiglio di Stato che ha scritto al
Ministero dell’Economia due pareri per chiedere come si possano
indire delle gare – quella delle scommesse e quella del bingo –
se poi è impossibile mettere a terra i punti visto che l’Intesa
Stato/Regioni non è stata recepita dalle Regioni”. In sostanza,
“Il Consiglio di Stato ha sì respinto i ricorsi su Bolzano, dando
quella lettura della CTU. Ma poi ha anche sollevato quei dubbi sulle
gare. E adesso ha detto che vuole vederci chiaro sulla sentenza di
Bolzano, e che nel frattempo le sale devono restare aperte”.

Tar Veneto su
ricorso sala giochi Jesolo (VE) contro Regolamento comunale: “No a
vetrofanie che non permettono sorvegliabilità del locale”

Il Tar Veneto
(Sezione Terza) ha dichiarato in parte inammissibile e in parte
respinto un ricorso di una sala giochi di Jesolo (VE) contro le
sanzioni comminate per violazione del Regolamento comunale in materia
di giochi. Nel dettaglio, il Tar rileva come “in data 26 settembre
2018 gli agenti accertatori del Corpo Polizia Locale del Comune di
Jesolo contestavano la violazione del Regolamento Comunale in materia
di giochi perché presso i locali dall’insegna slot e vinci a
seguito di accertamento si verificava l’installazione di
pellicole/vetrofanie fronte la pubblica Via C. Battisti che non
consentivano la sorvegliabilità dall’area pubblica. Inoltre si
accertava la presenza di sgabelli a servizio delle VLT e AWP non
integrati nelle postazioni di gioco e comminavano la sanzione di euro
450,00 + 450,00, più euro 13,00 per spese di accertamento/notifica”.
I giudici sottolineano come il Comune abbia deciso correttamente di
introdurre sanzioni più restrittive perché la stagione turistica
era già iniziata e “durante tale stagione le presenze a Jesolo
aumentano notevolmente (passando da 25.000 residenti a 5 milioni di
turisti), e al fine di rendere, quindi, fin da subito un più
adeguato ed efficace contrasto ai comportamenti che violassero le
disposizioni comunali in materia di giochi, di recente adottate ai
fini di prevenzione e contrasto della ludopatia”. In ogni caso,
prosegue il Tar, “il Comune si è mosso in una logica preventiva
con riferimento all’esigenza di tutela della salute pubblica e del
benessere individuale e collettivo, tenuto conto anche dei dati
trasmessi dalla ULSS relativi alla dipendenza da Gioco d’Azzardo
Patologico nel territorio”. infine, se è vero che la Questura ha
autorizzato la sala giochi a operare, dall’altra “questa
autorizzazione deve intendersi rilasciata ai soli fini di pubblica
sicurezza, fatte salve le limitazioni imposte da norme di legge
statale, regionale o da regolamento comunale e, in particolare, da
quelle inerenti alla nuova collocazione di apparecchi a distanza dai
luoghi sensibili, ai sensi della Legge Regionale n. 6 del 2015 e dei
relativi atti attuativi” e dispone che “è fatto obbligo di
osservare gli orari comunali vigenti, disposti dal Sindaco”, e, del
resto, come già affermato da questo Tar il Comune ha il potere di
disciplinare con propri regolamenti le sale giochi e i relativi
orari, nell’ambito delle proprie attribuzioni, al fine di
prevenire, contrastare, ridurre il rischio di dipendenza patologica
derivante dalla frequentazione di sale da gioco o scommessa e
dall’utilizzo di apparecchiature per il gioco, come riconosciuto
dalla legge regionale Veneto n. 6 del 2015, a tutela della
collettività e dei soggetti più deboli”. In conclusione, il Tar
dichiarando il difetto di giurisdizione a favore del giudice
ordinario nella parte relativa al verbale di accertamento e
irrogazione delle sanzioni pecuniarie, per il resto dichiara il
ricorso in parte inammissibile e in parte lo respinge.

Operazione Game
Over, Cassazione rivede la posizione di Vinciguerra: Nessuna prova
che agisse per conti di Cosa Nostra

La Prima Sezione
Penale della Corte di Cassazione ha respinto il ricorso intentato dal
procuratore della Repubblica contro l’ordinanza con cui il
Tribunale di Palermo ha sostanzialmente ritenuto Sebastiano
Vinciguerra estraneo al sodalizio criminoso al centro dell’operazione
Game Over. L’inchiesta, coordinata dalla DDA di Palermo, ha
permesso di smantellare la rete delle scommesse gestita da Ninì
Bacchi. Vinciguerra era stato inizialmente ritenuto una delle figure
di raccordo tra il sodalizio e le famiglie mafiose – e era stato
accusato di associazione mafiosa e illecita concorrenza con minaccia
o violenza), il Tribunale del Riesame di Palermo tuttavia –
pronunciandosi sulla custodia cautelare in carcere – ne aveva
rivisto la posizione, e aveva giudicato che l’uomo non “avesse
agito in rappresentanza, e quindi nell’interesse, delle famiglie
mafiose palermitane”, quanto piuttosto “a titolo personale”. Da
alcune intercettazioni, in particolare era emerso, che Francesco
Nania e Antonino Pizzo – soggetti intranei a “Cosa nostra” –
lo ritenevano “uno sprovveduto e non un autorevole esponente
mafioso, capace di agire nell’interesse del sodalizio”. Ancora,
una discussione – che gli inquirenti hanno intercettato – tra
Vinciguerra e Bacchi “aveva ad oggetto un’occasione di lavoro”;
Vinciguerra in sostanza “agiva per il proprio esclusivo tornaconto,
tanto da essere poi escluso dall’affare perché troppo pretenzioso.
Infine, le conversazioni rivelavano l’incapacità d’imporre le
proprie condizioni, e la minor forza di Vinciguerra rispetto a
Bacchi, circostanze incompatibili con la prospettazione accusatoria”.
IL Procuratore della Repubblica ha impugnato questa decisione del
Tribunale, ma per la Cassazione – in sostanza – non ha fatto
altro che una “rilettura in fatto del materiale investigativo,
intercettazioni incluse”. Il Tribunale però lo ha già
“diffusamente esaminato e non illogicamente valutato”, sottolinea
adesso la Cassazione. In sostanza, occorreva dimostrare che l’uomo
avesse esercitato una “ingerenza, titolata, nella trattativa nel
settore dei giochi e delle scommesse” per dimostrare la
-perdurante- partecipazione di Vinciguerra all’associazione
mafiosa”. Invece, ” la suddetta ingerenza (è) rimasta,
viceversa, priva di affidabile riscontro indiziario”.

L’articolo Distanziometro di Bolzano, il Consiglio di Stato sospende la sentenza e le sale possono continuare ad operare… almeno per ora proviene da AGIMEG, Agenzia Giornalistica sul Mercato del Gioco.

Fonte: https://www.agimeg.it/diritto/distanziometro-di-bolzano-consiglio-di-stato-sale-giochi