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Speciale Agimeg: LE ECCELLENZE ITALIANE del gioco pubblico. ROMAGNA GIOCHI: “Colpiti due volte, dal lockdown prolungato e da una legge regionale che sta facendo scomparire il gioco legale”

Prende il via oggi una serie di speciali, griffati Agimeg, sulle Eccellenze Italiane nel settore del gioco. Ad aprire questo nuovo appuntamento è Romagna Giochi, una delle realtà più importanti nel vasto panorama degli operatori di gioco in Italia, fondata e sviluppata dai fratelli Terrabusi con una esperienza di 50 anni di storia alle spalle, 350 dipendenti e decine di sale slot in tutta Italia che sono delle vere “boutique del gioco” per l’eleganza degli ambienti e varietà dell’offerta. Quella di Romagna Giochi è comunque un’attività colpita due volte: dai lockdown derivati dall’emergenza epidemiologica e da una realtà locale caratterizzata dalla durissima Legge Regionale dell’Emilia Romagna. Si tratta di una Legge che, applicando la retroattività del distanziometro, sta di fatto espellendo il gioco legale dai comuni della regione. Questo ha causato la chiusura di numerose attività, alcune delle quali legate proprio a Romagna Giochi, che prima delle chiusure forzate contava oltre 100 sale dirette in tutta Italia, molte delle quali presenti proprio nella regione.
A fare da guida – durante la diretta Agimeg condotta dal direttore Fabio Felici – presso la sede principale dell’azienda. la padrona di casa Chiara Terrabusi, AD di Romagna Giochi, che ha illustrato le misure di sicurezza adottate già all’ingresso della sua azienda, come termoscanner per misurare la temperatura e distributori di gel igienizzante. “Abbiamo adottato tutte le misure necessarie, come le linee per dividere i vari spazi di gioco. Abbiamo inoltre diviso l’azienda in sezioni, in modo che chi entra da una parte non può passare in un’altra, al fine di evitare il più possibile i contatti tra gli stessi dipendenti”, ha affermato passando da una zona all’altra di Romagna Giochi, dalla sala riunioni allo showroom, dai magazzini pieni di apparecchi da intrattenimento agli uffici, dall’ufficio tecnico e commerciale a quello legale alla logistica. “In tutte le nostre sale, oltre che nella nostra sede principale, abbiamo attuato le medesime procedure di sicurezza, in modo che i clienti possano giocare in sicurezza“.
All’interno dell’azienda era presente anche Riccardo Sozzi, uno degli amministratori delegati di Romagna Giochi, che ha parlato della legge regionale dell’Emilia Romagna e dei suoi effetti sulle aziende del settore. “La Legge regionale è intervenuta in maniera devastante su Romagna Giochi e sulla maggior parte degli operatori regionali. Una legge dissennata con una retroattività ingiustificata, che però ha causato tante chiusure di sale già in difficoltà. Purtroppo la macchina amministrativa burocratica va avanti, negando proroghe ragionevoli causate dalla sospensione delle nostre attività dettate dall’emergenza Covid. Tra l’altro – ha sottolineato – in questo momento delocalizzare una sala è impossibile, ci sono vincoli dettati dall’emergenza sanitaria anche solo ricercare una nuova location, progettare e chiedere permessi – ricordo che in Emilia Romagna serve un permesso per costruire, non basta la SCIA – Prima ci volevano 4 mesi per poter avere un permesso, ora figuriamoci quanto l’iter si possa allungare, tutto è oltremodo farraginoso e diventa praticamente impossibile avviare una delocalizzazione”.
Ma la delusione più grande arriva dai verbali del CTS per quanto riguarda le attività di gioco. “Sono allibito e arrabbiato – afferma Sozzi – perché scopriamo dopo mesi di silenzio che le nostre attività sono considerate a rischio medio-alto nonostante i protocolli che abbiamo adottato, nonostante non siano mai stati registrati casi di contagio o focolai nelle nostre sale. Nonostante le nostre chiusure, l’epidemia è cresciuta ulteriormente, prova che i focolai si sviluppano altrove. In qualsiasi attività le regole vengono rispettate, parlo di negozi o bar, quindi queste impennate di contagi dipendono più da scorretti comportamenti in ambito individuale o familiare piuttosto che in ambito professionale. Ricordo che nelle nostre sale non ci sono mai stati affollamenti, per tutte le nostre macchine vi sono sanificatori sia per gli apparecchi sia per le mani, abbiamo differenziato le vie di entrata e di uscita, con il contingentamento all’ingresso. Se il problema delle nostre sale è il bar accessorio o il fumo, a questo punto Adm proponga al Governo di inibire temporaneamente le sale fumatori e si faccia in modo tale che non si possano somministrare alimenti o bevande. Dire che gli operatori di gioco siano scellerati ed incapaci gestire i protocolli sanitari è falso. Abbiamo dimostrato nelle grandi manifestazioni – ricorda Sozzi – esempi di educazione, correttezza, civiltà. Per questo motivo chiedo alla politica di farci riaprire, almeno in zona gialla anche se dobbiamo purtroppo constatare che non hanno fatto riaprire neanche la Sardegna quando era in zona bianca. La politica si vergogna a parlare del nostro settore, nonostante noi siamo un importante presidio di legalità e una fonte di entrate per lo Stato. Purtroppo siamo in un clima di proibizionismo e di caccia alle streghe, che favorisce gli operatori illegali o le sale gioco oltrefrontiera. Manca un tavolo di confronto con le istituzioni per cercare di costruire un modello migliore, che si può avere ascoltando chi è in prima linea, mentre non può fare le norme chi non è mai entrato in una sala gioco. Negli ultimi anni il settore – ha concluso Sozzi – è stato colpito da aumenti di tassazione e da riduzione del payout, senza contare che anche le vincite sono state tassate”.
L’attuale situazione di difficoltà che sta vivendo Romagna Giochi è stata testimoniata anche dai fratelli Andrea e Matteo Terrabusi. “Siamo oltre 350 a lavorare qui in Romagna Giochi – afferma Matteo – un gruppo che comprende anche altre aziende, come Nazionale Elettronica, che vanno dai comma 6 all’online”. “Il lockdown ha dato il colpo di grazia alle nostre attività – prosegue Andrea – ma prima la legge regionale dell’Emilia Romagna, a causa della retroattività, aveva già colpito diverse attività costringendole a chiudere. Chi non è ancora chiuso, è in scadenza. Riccione ad esempio non ha più una sala giochi o un’agenzia di scommesse, c’è stata un’espulsione delle attività di gioco al 100%. Tra l’altro non c’è un negozio in cui poter eventualmente delocalizzare, se non il palazzo dei congressi e il palazzo delle esposizioni, ma non sono sul mercato. Ogni volta che ci incontriamo con le istituzioni troviamo sempre un muro, abbiamo richiesto un nuovo incontro con chi ha contribuito a creare questa situazione ma non ci è ancora stata comunicata una data”.
Chiara Terrabusi – Romagna Giochi
Riccardo Sozzi – Romagna Giochi
Fratelli Terrabusi – Romagna Giochi
Romagna Giochi – gli interni
Romagna Giochi – interni

cr/AGIMEG

Autore: simonetta
Fonte:https://www.agimeg.it/politica/eccellenze-italiane-gioco-pubblico-romagna-giochi-speciale-agimeg

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