Prove tecniche da allenatore. In procinto di chiudere la carriera in Qatar, Xavi sta già lavorando per una brillante carriera da tecnico. Del resto, le caratteristiche ci sono tutte: chi più del regista del Barcellona di Guardiola poteva essere considerato l’allenatore in campo di quella squadra?
La stima verso l’attuale tecnico del Manchester City è allora ancora molto alta da parte dell’ex play anche della Nazionale spagnola, che ha espresso il proprio manifesto calcistico in un’intervista alla trasmissione ‘Tot Costa’ su Catalunya Radio, senza nascondere il proprio disappunto nei confronti della maggior parte dei futuri colleghi…
“Il calcio che vedo in tv non mi piace. Ci sono tante squadre che speculano, si gioca in modo monotono. Non sopporto chi si schiera con il 4-5-1 e rinuncia al possesso di palla. Io ho le idee chiare, le mie squadre dovranno essere protagonista del gioco, tenere il pallone, proporre delle trame. Questo ho imparato stando al Barcellona e nella Nazionale spagnola. Mi piacciono l’Athletic Bilbao di Berizzo e il Betis di Sétien, ma ovviamente il mio modello è sempre Guardiola: guardo e studio tutte le partite del Manchester City. Il gioco della mia squadra non si adatterà mai ai giocatori a disposizione, perché ho un’idea di calcio molto precisa e farò il possibile affinché i miei calciatori la sviluppino”.
Il panegirico di Guardiola va di pari passo con la presa di distanza nei confronti di Diego Simeone e del suo calcio: “Con Guardiola abbiamo sempre avuto la sensazione di essere avanti agli altri, che gli avversari tentassero di capire il nostro gioco, ma noi avevamo sempre soluzioni alternative. Nella storia del calcio ci sarà un prima e un dopo Guardiola. Gli allenatori si dividono in offensivi e difensivi. Simeone è molto avveduto sul piano tattico, attaccare le sue squadre è molto difficile perché riesce sempre a ridurre gli spazi. Crede di non avere bisogno del pallone per dominare il gioco, ma, pur con tutto il rispetto, non è il mio calcio. Si è convinto che questo fosse l’unico modo per sfidare Barcellona e Real Madrid e c’è riuscito, la sua forza è stata tramettere le idee del proprio calcio ai giocatori”.
Non mancano i suggerimenti per migliorare il calcio, attraverso un’idea che lo stesso Xavi definisce “strana”: “L’ideale sarebbe giocare dieci contro dieci. Ho visto partite tra due squadre con un’espulsione per parte e ho notato quanto sia tutto radicalmente differente. Ci sono più spazi e si può giocare più in attacco”.
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