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Palermo, la richiesta di concordato preventivo sembra tardiva: il collegio si riserva di decidere entro 10 giorni

La famiglia Tuttolomondo prova a salvare l’Unione Sportiva Città di Palermo dal fallimento ed anche da conseguenze più gravi (che porterebbero dal punto di vista penale alla bancarotta fraudolenta della vecchia società), attraverso una richiesta di concordato preventivo.

Questo – come riporta all’interno della propria edizione odierna Il Giornale di Sicilia, è questo quanto sarebbe emerso dall’udienza che si è svolta ieri mattina alla quarta sezione civile del Tribunale di Palermo, davanti al collegio presieduto da Gabriella Giammona. La richiesta di concordato preventivo è arrivata dall’avvocato Antonio Atria, legale incaricato dalla famiglia Tuttolomondo per tale vicenda giudiziaria.

(US Città di Palermo, istanza di fallimento: vecchia proprietà chiede concordato preventivo. L’obiettivo è…)

Tramite questo mezzo il direttore finanziario di Arkus Network starebbe provando ad evitare la liquidazione giudiziale attraverso la proposta di un piano che consenta di soddisfare i creditori con la continuità aziendale, vale a dire sfruttando la liquidazione del patrimonio. Il fallimento del vecchio club rosa, infatti, aggraverebbe ancora di più la posizione non soltanto della famiglia Tuttolomondo, ma soprattutto dell’ex patron Maurizio Zamparini:

L’imprenditore friulano, infatti, rischia la bancarotta fraudolenta per la violazione della «par condictio creditorium» in merito alla vicenda relativa a Paulo Dybala e al debito di 7,5 milioni di euro nei confronti della Pencil Hill Limited di Mascardi. La richiesta di concordato preventivo, però, sembra tardiva visto che, secondo quanto scritto dal commercialista Giovanni La Croce, incaricato per un’ispezione sui conti societari da parte del Tribunale di Palermo, il crac che doveva avvenire già tre anni fa quando il buco in bilancio era di ben 21,56 milioni di euro“.

(Palermo, ancora guai per Zamparini ed Arkus: “Artifizi per salvare il club, i Tuttolomondo versarono solo 800 mila euro”)

Il tutto è stato esposto nelle ventisette pagine della relazione preliminare presentata e consegnata in tempi di sicuro celeri, visto e considerato il termine ultimo del 30 novembre. Sono state riscontrate diverse gravi irregolarità, compresa l’accusa nei confronti della famiglia Tuttolomondo di “tamponare un’insolvenza del gruppo Arkus attraverso la cassa derivante dalla quota dei diritti televisivi“, così come nove istanze di fallimento depositate.

All’istanza fallimentare del “vecchio Palermo“, presentata dalla Procura della Repubblica, si sono infatti aggiunte altre nove istanze presentate da diversi creditori a vario titolo, fra i quali i fornitori che ancora attendono di riscuotere i propri crediti, ma anche i calciatori che non hanno incassato le ultime tre mensilità dei rispettivi contratti prima dello svincolo d’ufficio della Federcalcio: “Servirà ancora qualche giorno per avere una risposta visto che il collegio presieduto da Gabriella Giammona si è riservato la decisione e si pronuncerà nel merito entro i prossimi dieci giorni“.

(Palermo, Arkus e la mancata fideiussione: “Altro che truffa, Sporting Network frodò la Figc”)

Fonte: https://www.mediagol.it/notizie/palermo-la-richiesta-di-concordato-preventivo-sembra-tardiva-il-collegio-si-riserva-di-decidere-entro-10-giorni/